«Ho il vizio di essere una persona onesta» afferma un imprenditore nella serie “Il giovane Montalbano”. «Un vizio che dovremmo abitare tutti». Si presenta con questo biglietto da visita l’attore Alessio Vassallo tra gli studenti del corso di giornalismo radio-televisivo del professor Giorgio Simonelli giovedì 24 novembre nella sede di Milano dell’Università Cattolica.
Interprete della docufiction Rai “Io sono Libero”, dedicata all’imprenditore Libero Grassi, l’attore ha raggiunto il pieno della popolarità, interpretando il personaggio di Mimì Augello, ne “Il giovane Montalbano”.
L’evento ha preso le mosse proprio dalla serie ispirata da Andrea Camilleri. A fornire le chiavi di lettura per una migliore comprensione della fiction, Beatrice Balsamo, docente di Psicologia delle narrazioni: «Nella serie tv, Montalbano e Augello rappresentano i due volti della Sicilia». Mentre Salvo – interpretato da Michele Riondino – mostra un carattere più riservato e schivo, il Mimì di Vassallo «è più aperto e più disponibile».
La professoressa ha poi individuato i tre elementi chiave dell’amicizia, della nostalgia e dell’indagine. Tutti ben tratteggiati, prima sulla carta da Camilleri e poi sulla pellicola, dove lo spettatore ha modo di individuarli in specifici momenti. L’attenzione poi si è concentrata sulle clip riprodotte in aula, che avevano il compito di mostrare concretamente le analisi proposte alla classe.
Vassallo ha poi esposto le sue considerazioni in merito al rapporto tra intrattenimento e contenuto, all’interno delle produzioni, sottolineando come in alcune sia stato scelto un metodo che risaltasse la spettacolarità, mentre in altre un’adesione maggiore alla storia: «Sul tema della Mafia, infatti, potete notare come da un lato ci siano fiction come “Romanzo siciliano” e “Squadra antimafia” e dall’altro “Io sono Libero” e “Montalbano”. Ho partecipato a tutte, ma le scelte di rappresentazione del tema sono profondamente diverse».
La parola è stata poi data agli studenti, che hanno chiesto all’attore consigli per il futuro lavorativo: dal come scegliere uno “stage”, allo scambio di idee con i colleghi, in modo tale da creare una rete di contatti, coi quali ritagliarsi un proprio spazio per emergere nel mondo del lavoro. Il segreto, ha risposto loro Vassallo in più occasioni, è di lanciarsi e provare, mettendosi in gioco di fronte a ogni sfida.