Molto trafficate, con poco verde e una mobilità pubblica ancora non ben sviluppata, le province metropolitane, anche in ragione del fatto che danno ospitalità a un maggior numero di abitanti, sono un po’ più in affanno del resto del Paese. Quasi tutte presentano dei problemi sul fronte della salute dell’ambiente, con ovvie ripercussioni su quella dei cittadini. È quanto emerge dalla prima edizione del Rapporto Osservasalute Aree metropolitane 2010 redatto dall’Osservatorio Nazionale per la Salute nelle Regioni Italiane, che ha sede presso l'Università Cattolica di Roma, coordinato dal professor Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto di Igiene della facoltà di Medicina e chirurgia dell’ateneo del Sacro Cuore.

Il Rapporto mostra una divaricazione tra le regioni del Nord e quelle del Sud per quanto riguarda l’offerta di servizi sanitari, ma tutte le aree metropolitane hanno un volto simile: sono molto popolate, sono anziane, soffrono di malattie spesso evitabili se fossero adeguatamente sviluppati programmi di prevenzione primaria e l’assistenza sul territorio. Inoltre in città si muore di più. In quasi tutte le province metropolitane, con l’eccezione di Bologna e Firenze, si registrano, inoltre, sia per gli uomini che per le donne, valori superiori del tasso di mortalità rispetto alla media nazionale.

«Il quadro è tutt’altro che roseo – ha rilevato il professor Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto di Igiene della facoltà di Medicina e Chirurgia - perché praticamente tutte le aree metropolitane arrancano anche laddove le Regioni di appartenenza appaiono in discreta salute. Un aspetto particolarmente problematico è l’ambiente la cui garanzia di qualità, così strettamente connessa alla salute dei cittadini, dovrebbe essere tra le azioni strategiche prioritarie da mettere in atto nelle città metropolitane. Invece al momento è proprio l’ambiente urbano a mostrarsi più vacillante, nelle province del Nord come in quelle del Sud, su cui grava anche, quasi sempre, una cattiva gestione dell’offerta sanitaria (perché soffrono degli stessi mali della Regione di appartenenza). E quando le criticità della provincia riflettono quella della Regione in cui essa è localizzata, i rischi per la salute dei residenti nell’area urbana appaiono in realtà maggiori, perché le città metropolitane hanno una densità di popolazione più elevata e quindi una difficoltà di gestione maggiore».


TANTI ANZIANI IN CITTÀ

CITTÀ POCO FECONDE, CRESCE ETÀ MADRI AL PARTO

LE MALATTIE DELLE CITTÀ METROPOLITANE

SALUTE DELL’AMBIENTE E INDICE DI ECO-COMPATIBILITÀ

OFFERTA SANITARIA


«In sintesi, il quadro che emerge dal Rapporto Aree metropolitane è ancora più complesso da decifrare rispetto all’analogo rapporto sulla salute nelle Regioni italiane, perché le aree metropolitane del nostro Paese offrono aspetti che spesso le differenziano, a volte anche in modo sostanziale, dalle caratteristiche generali delle regioni di appartenenza», ha sottolineato il docente dell’Università Cattolica di Roma Walter Ricciardi, direttore di Osservasalute. «Il Rapporto fotografa città molto anziane anche in regioni con una maggiore dinamica giovanile, città inquinate anche nelle regioni più salubri, cittadini più o meno longevi rispetto alla regione di appartenenza, ambiente invece costantemente più a rischio, indipendentemente dalla latitudine. È per questo – ha concluso il professor Ricciardi – che noi auspichiamo che il Rapporto Aree metropolitane sia il primo contributo a una riflessione e a una conseguente coerente azione di programmazione e di governo di queste porzioni di territorio, che favorisca modelli di sviluppo maggiormente rispettosi dell’ambiente fisico e sociale, portando così a un incremento numerico delle “città sane” in Italia (secondo definizione e obiettivi dell’Oms), al momento estremamente ridotte, anche nel nostro Paese».

Tabelle confronto indicatori ( KB)

Atlante_Migliore e peggiore performance delle aree metropolitane ( KB)