Francis Wani Simon Jurkin, ha 34 anni, viene dal Sud Sudan e lavora come consulente al Ministry of Cooperative & Rural Development. È a Milano da qualche mese, grazie a una borsa di studio. Nel capoluogo lombardo resterà un anno per frequentare il master in Business Administration promosso dall'Alta Scuola Impresa e Società (Altis). Francis è uno dei 33  iscritti al primo Mba dell’Università Cattolica, New Markets and Europe, che ha nella valorizzazione della sostenibilità economica e nel focus sui mercati emergenti i suoi tratti distintivi. Akrem Haddad viene invece dalla Tunisia e, dopo un’esperienza di studi in Italia nel 2006, ha abbandonato l’azienda in cui era consulente production manager per intraprendere questo nuovo percorso. «Sono qui per specializzarmi nell’internazionalizzazione delle imprese – afferma –. Tra un anno tornerò nel mio Paese con un bagaglio più ampio di strategie economiche e una rete di contatti che il master mi sta permettendo di sviluppare».

Un Mba per molti aspetti innovativo, secondo Mario Molteni, direttore di Altis, che ha introdotto la presentazione ufficiale lo scorso 20 maggio nel corso di un incontro dedicato al tema dell’alta formazione dal titolo: Change the MBA: leaders for a better world. «Nuovo – ha aggiunto il professor Molteni – non solo perché intende fornire gli strumenti necessari per sviluppare competenze manageriali improntate alla sostenibilità, con tutte le implicazioni di carattere sociale e ambientale che ne possono derivare, in un contesto come quello attuale, caratterizzato da una profonda crisi del modello economico tradizionale. Ma anche perché si propone di formare ambasciatori di imprese italiane nei paesi d’origine dei partecipanti al master».


Alla presentazione sono intervenuti Domenico Bodega, preside della facoltà di Economia dell’Ateneo del Sacro Cuore,  Carolyn Woo, preside del Mendoza College of Business dell’Università di Notre Dame in Indiana (Usa), Alberto Mina, direttore Sviluppo tema e relazioni istituzionali della società Expo 2015 SpA. «In Italia l’Università ha conosciuto e sta conoscendo un processo di grande trasformazione», ha detto il rettore dell’Università Cattolica professor Lorenzo Ornaghi, dando il via al dibattito. «Ma c’è un punto – ha continuato il Rettore – che costituisce la sintesi più opportuna. L’università europea si trova oggi di fronte a un dilemma: trovare un equilibrio tra formazione e riflessione scientifica. L’Mba di Altis – come l’ampia proposta formativa dell’Università Cattolica che rientra nel cosiddetto “terzo livello” – è una risposta a quest’esigenza con l’obiettivo di formare, attraverso un’offerta culturale alta, futuri leader che siano in grado di comprendere e guidare i processi di cambiamento geopolitici in atto».


Sulla stessa linea anche Carolyn Woo, che ha rivendicato la necessità, dopo gli scandali finanziari che hanno scosso l’America, di creare nuovi leader. Secondo la docente dell’Università di Notre Dame in Indiana, tra le più prestigiose istituzioni accademiche cattoliche degli Stati Uniti, la riforma del mercato passa anche dall’alta formazione. Da parte sua, il professor Domenico Bodega ha elencato le caratteristiche da richiedere a un leader, in un periodo ambiguo e vago come quello presente. La capacità di comprensione della natura dei problemi, di produrre un cambiamento di tipo culturale, di anticipare il futuro, e la capacità politica di acquisire risorse per arricchire le istituzioni. «Questo coraggio di lettura della natura dei processi complessi – ha detto il preside Bodega – deve trovare nella chiarezza, nella forza morale, la sua essenza affinché le decisioni abbiano una realizzazione».


L’Mba, partito nel mese di marzo, è rivolto a giovani professionisti dell’area Bric (Brazil, Russia, India, China), ma anche dell’Est Europa, America Latina, Bacino del Mediterraneo e Italia. Attualmente sono 33 gli iscritti, perlopiù stranieri e provenienti da 17 Paesi: 14 dall’Africa, 8 dall’Asia (6 indiani e 2 cinesi), 2 dall’Est Europa, 2 dal Bacino del Mediterraneo, 3 dal Centro America e 4 dall’Italia. Di questi il 53% (17) viene dal mondo dell’impresa, il 31% (10) dal settore non profit e della Pubblica amministrazione. Interamente in lingua inglese, ha la durata di un anno e prevede un periodo di stage presso imprese italiane ed europee interessate a sviluppare un business nei Paesi d’origine dei partecipanti al master. Non è un caso che alla domanda “Cosa vorresti fare dopo l’Mba?”, quasi il 70% dei partecipanti vorrebbe favorire lo sviluppo di un’impresa italiana nel paese di origine. Altri hanno anche indicato il desidero di sviluppare un’azienda del loro Paese in Europa (41%), mentre circa il 38% degli studenti vorrebbe creare un’impresa di proprietà. C’è chi, poi, come Francis e Akrem, intende tornare a casa con la speranza che le competenze acquisite durante il periodo di formazione a Milano possano essere utili per gettare un solido “ponte” tra l'Italia e il proprio territorio per dare il via a importanti progetti di cooperazione e sviluppo.