Un piede nel passato e lo sguardo rivolto al futuro, per raccontare al meglio il nostro presente.
Si potrebbe riassumere in questa formula la lezione tenuta dalla direttrice di Rai Fiction Eleonora Andreatta agli studenti del master in Scrittura e Produzione per la Fiction e il Cinema dell'Università Cattolica di Milano lo scorso 13 maggio, in chiusura di un ciclo di lezioni durato otto mesi e che ha visto in aula molti professionisti di grande livello, nazionale e internazionale.

Accompagnata dal vice direttore di Rai Fiction Luca Milano, Andreatta ha intrattenuto una platea di studenti attenti e partecipi raccontando la sua attività di direzione di Rai Fiction, dipanandone le linee guida e gli obiettivi.

Ben cosciente del costante bisogno del pubblico di essere rappresentato, la Rai di questi ultimi anni ha cercato di favorire l'integrazione tra spettatori diversi per età ed esigenze. Nuova linfa è stata immessa in prodotti consolidati nel pubblico tradizionale, ma che rischiavano di poter dare segni di stanchezza. Un esempio per tutti è stato Don Matteo, che rinnovando alcune linee narrative, e inserendo elementi attrattivi per teen ager, nella sua nona serie ha superato gli ascolti di tutte le stagioni immediatamente precedenti.

Decisivo, per questa e altre serie, è stato il contributo di giovani sceneggiatori che hanno lavorato su un linguaggio visivo aperto alle esperienze internazionali. La chiarezza di intenti della linea editoriale della fiction Rai è ben sintetizzata nella formula: “Nessuno escluso”.

Per una realtà generalista come quella della tv pubblica è fondamentale essere coscienti dalla responsabilità che si ha nel raccontare, guardando prima di tutto all'inclusività che il racconto televisivo deve garantire. Inclusione come capacità di unire pubblici diversi, raccontando la molteplicità dei punti di vista, senza rinunciare alla qualità.

Ma come è misurabile la qualità del prodotto? Secondo la direttrice Andreatta vi sono dei parametri industriali precisi che possono darci delle indicazioni in merito: la stratificazione comunicativa, ovvero quelle storie in cui vi è un senso comune e pratico che permette a chiunque di entrarvi; la qualità dei materiali di costruzione, ovvero ogni aspetto che aiuta a costruire un racconto, dalla regia alla scrittura e alla musica. Infine la capacità di varcare le frontiere, di generare qualcosa di diverso. L’appetibilità per il mercato estero resta un obiettivo importante da perseguire. E anche in questo caso il recente passato ci viene in aiuto: è esportabile innanzitutto l'identità, la creazione di un contesto che rappresenti una specificità, storie identitarie con un high concept. Altro elemento importante è quello del genere (di cui il crime è un chiaro esempio) e infine la modernità del linguaggio.

Rai Fiction si sta muovendo sempre di più nella direzione del racconto del presente. Particolare attenzione quindi alla rappresentazione del femminile senza stereotipi, raccontando donne vere, impegnate nel proprio privato ma anche nella società. E valorizzazione dei giovani, raccontati in modo inedito. Emblematico il caso di Braccialetti Rossi: una, scommessa vinta da Andreatta, che ha saputo puntare su un racconto di formazione che ha messo a tema la tenerezza, l'empatia e l’amicizia. Tutto questo è reso possibile anche grazie a un'offerta sempre più articolata di canali e piattaforme di cui la Rai si serve, fra cui il portale Ray, nato recentemente. Un'attenzione particolare è riservata alla crescita nel mondo del web, fucina di talenti a cui attingere e con cui poter collaborare.

In seguito alle domande degli studenti è stato toccato anche il tema della promozione e dell’immagine della fiction Rai: mentre altri network investono moltissimo per lanciare i loro prodotti, che spesso vengono celebrati ben al di sopra dei propri meriti, la Rai sembra a volte più distratta o meno attenta a costruire consenso mediale intorno a prodotti che sono invece molto amati dal pubblico più numeroso. In parte ciò è dovuto anche alla notevole quantità di titoli che Raifiction propone ogni anno, che non permette la cura del singolo lancio che altri invece possono seguire con massima concentrazione. Ma questa area, secondo la direttrice Andreatta, è uno degli aspetti su cui si dovrà lavorare nel prossimo futuro.

Insomma: una realtà complessa e multiforme quella che è stata presentata, ma anche ricca di stimoli e di opportunità per le nuove generazioni. Come ha sottolineato in chiusura il professor Armando Fumagalli, direttore del master, è importante mantenere uno sguardo che tenga presente tutte le dimensioni della società per poter realizzare prodotti che parlino alla collettività, e al presente di tutti.

Per gli studenti ora inizia la fase dei lavori finali (una sceneggiatura completa, da presentare a novembre) e degli stage pensati per facilitare l’inserimento professionale, che negli anni scorsi ha visto il Master dare tanti frutti. Ormai ogni anno sono almeno una trentina le serate in cui ci sono nomi di ex allievi nei titoli di testa di film e fiction sulle principali reti nazionali.