A 40 anni dalla morte, la figura e l’opera di Paolo VI sono ancora attuali. Della modernità di Papa Montini, che presto sarà canonizzato, si è occupato il convegno storico "Paolo VI e il Vangelo nel mondo contemporaneo", che si è tenuto in largo Gemelli il 9 e 10 maggio, con la partecipazione del Segretario di Stato vaticano cardinal Pietro Parolin, dell’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, e l’introduzione del rettore Franco Anelli.

Alla base del pontificato di Paolo VI, di cui Papa Francesco nel concistoro del 19 maggio annuncerà la data della canonizzazione, c’era l’idea di rendere il vangelo più contemporaneo, più vicino alle donne e agli uomini del suo tempo. In un contesto mondiale che stava diventando sempre più connesso - quello che oggi chiameremmo globale - Montini aveva intuito la portata del cambiamento, riportando l’evangelizzazione al centro dell’azione della Chiesa.

Il suo percorso, non certo facile, ha ispirato molti, tra cui lo stesso cardinale Pietro Parolin. «Ho con lui un debito di riconoscenza: è sempre stata per me una figura significativa nella mia formazione. Erano anni turbolenti e lui li ha illuminati». Nel suo discorso il Segretario di Stato vaticano ha affermato che la guida di Paolo VI ha portato, tra le altre cose, a una totale riqualificazione dell’azione evangelizzatrice e della diplomazia. Montini ha viaggiato in tutto il mondo, proponendo mediazioni in Vietnam, Medio Oriente, Irlanda, Congo; ha visitato l’Onu nel ’65 e partecipato alla Conferenza di Helsinki del ’75.

Ha posto la figura del Papa alla frontiera del mondo, nella convinzione che la Chiesa, come lo Stato, dovesse operare per il beneficio dell’uomo e dunque ricercare la pace attraverso la diplomazia. Quello che resta della sua figura è l’umiltà, il respiro internazionale che ha dato al papato e alla curia e la sua modernità ante litteram. La diplomazia era per Paolo VI una forma di amore per i popoli; lo sviluppo, «il nome nuovo della pace». Aveva davvero a cuore il dovere di trovare un posto alla Chiesa tra le nazioni e che questa si ergesse a difesa della giustizia, della crescita dell’umanità e dei diritti umani.