Negli ultimi dieci anni si sono accumulate evidenze scientifiche secondo cui l'arte e le attività creative svolgono un ruolo terapeutico nei confronti dei pazienti affetti da malattia di Alzheimer poiché agiscono sui circuiti emozionali che, rispetto a quelli cognitivi, restano preservati più a lungo nel decorso della malattia. Sulla base di tali premesse teoriche è stato ideato il progetto “La memoria del bello”, spiega Roberto Bernabei, direttore del dipartimento di Scienze gerontologiche, geriatriche e fisiatriche del Policlinico Gemelli. Il progetto pilota di tipo sperimentale, che ha preso il via lo scorso 23 marzo, è dedicato ai pazienti con malattia di Alzheimer e ha l’obiettivo primario di valutare l’effetto dell’esposizione alle arti visive in setting museale sui sintomi cognitivi e psico-comportamentali di pazienti con demenza di Alzheimer in fase lieve-moderata.

La Giornata Mondiale dell'Alzheimer, che si celebra come ogni anno, il 21 settembre, è l’occasione per fare il punto sul progetto “La memoria del bello”, i cui risultati saranno presentati il prossimo 14 ottobre a Roma. La malattia di Alzheimer è la più comune causa di demenza, si legge nel Rapporto Mondiale Alzheimer 2010.«Tra le altre cause - si legge nel Rapporto - ci sono la demenza vascolare, la demenza a corpi di Lewy e la demenza frontotemporale. Sebbene la demenza colpisca prevalentemente le persone anziane, vi è una crescente consapevolezza di casi che iniziano prima dei 65 anni». In Italia i malati di Alzheimer sono un milione, 36 milioni in tutto il mondo.

«La patologia è destinata a diffondersi in modo dilagante, perché considerando l'aspettativa di vita di chi nasce oggi, circa 90 anni – aggiunge il professor Bernabei -, si calcola che circa il 50% di questi cittadini soffriranno di Alzheimer». A livello mondiale si calcola che nel 2050 i malati saranno 115 milioni.

Il progetto “La Memoria del bello”, condotto in collaborazione tra il dipartimento di Scienze gerontologiche, geriatriche e fisiatriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Centro di Medicina dell’invecchiamento (Cemi) e la sopraintendenza alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma, è stato dedicato ai pazienti con malattia di Alzheimer e ha l’obiettivo primario di valutare l’effetto dell’esposizione ad arti visive in setting museale sui sintomi cognitivi e psico-comportamentali di pazienti con demenza di Alzheimer in fase lieve-moderata.

«La Memoria del bello – prosegue Bernabei - è articolato in due momenti: due cicli di tre visite presso la Galleria nazionale di Roma dedicate a pazienti con malattia di Alzheimer e loro caregiver, cioè di coloro che si prendono cura della persona malata. Ogni visita ha accolto otto pazienti e relativi caregiver selezionati presso la Unità valutativa Alzheimer del Cemi. Una seconda parte, dove i partecipanti al progetto sono stati sottoposti a valutazione clinica e neuropsicologica e ne è stato rilevato l'impatto emotivo in relazione all'esperienza museale. I dati così raccolti sono stati confrontati con informazioni relative a un gruppo di controllo che ha incluso pazienti e caregiver con caratteristiche simili ai partecipanti alle visite».

«Obiettivi secondari del progetto – sottolinea Rosa Liperoti, geriatra del dipartimento di Scienze gerontologiche, geriatriche e fisiatriche del Policlinico Gemelli -, hanno incluso la valutazione dell'efficacia del suddetto intervento in termini di riduzione dello stress dei caregiver, aumento del grado di soddisfazione di pazienti e caregiver, nonché in termini di riduzione dell’utilizzo di farmaci psicotropi da parte dei pazienti. La prima struttura museale a sostenere una sperimentazione in tale settore, è stato il Museum of Modern Art (Moma) di New York che nel 2006, con il supporto della MetLife Foundation e in collaborazione con il Psychosocial Research and Support Program of the New York University Centre of Excellence for Brain Ageing and Dementia, ha organizzato un programma di visite guidate (Meet at Moma) all'interno dei propri spazi, mirato a incoraggiare l'espressione e la creatività nei malati di Alzheimer».

Il prossimo 14 ottobre, presso la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, si terrà una giornata di studio dedicata alla “Memoria del bello” che vedrà la partecipazione di figure istituzionali nell’ambito del settore dei Beni culturali e della Sanità e in occasione del quale gli sperimentatori presenteranno i risultati della fase pilota. I contenuti di tale giornata saranno diretti ai responsabili e al personale delle Unità valutative Alzheimer del territorio, agli operatori del settore museale, alle famiglie dei pazienti, alle associazioni di volontariato. L’incontro sarà occasione per divulgare il programma di prosecuzione del progetto nell’anno 2012 e identificare strategie per favorire la introduzione dei percorsi museali tra i servizi forniti dalla comunità nazionale ai malati di Alzheimer.