Il “Ferenc Bojan Young Investigator Award” è stato assegnato dalla Società europea di sanità pubblica (Eupha) a Ferruccio Pelone, economista sanitario e PhD in Health management presso l'Istituto di Igiene dell'Università Cattolica di Roma, diretto dal professor Walter Ricciardi. La consegna del significativo riconoscimento rivolto ai giovani ricercatori in sanità pubblica di tutta Europa è avvenuta nel corso della cerimonia conclusiva della Conferenza europea di sanità pubblica (Eph), che si è svolta a Malta lo scorso novembre.

La ricerca premiata si intitola "The impact of fiscal decentralization on health outcomes: empirical evidence from Italy" e ha quantificato gli effetti sull'accesso ai servizi sanitari e sullo stato di salute legati alla devoluzione fiscale tra le Regioni italiane, all'interno di uno studio coordinato dal professor Ricciardi e da A. Giulio de Belvis, ricercatore presso l’Istituto di Igiene della Cattolica di Roma. I sistemi di assistenza sanitaria europei - considera Pelone - stanno implementando in maniera difforme le riforme sulla devoluzione dei poteri amministrativi e fiscali a livelli di governo locali. Tuttavia, non vi è sufficiente evidenza scientifica sull'impatto che tali riforme stiano determinando sulla salute e l’accesso ai servizi, specie in Paesi come l’Italia, che ha avviato il processo dopo la riforma nel 2001 del Titolo V della Costituzione.

Attraverso un’analisi basata su modelli economici (Data Envelopment Analysis ed Indice di Malmquist) ed epidemiologici è stata studiata la variazione di efficienza nell’erogazione di servizi sanitari di ogni Regione. I risultati indicano che tutte le Regioni italiane utilizzano meno risorse sanitarie per produrre lo stesso livello di outcome (risultato) di salute rispetto al 2001, anno in cui è stato avviato il processo di devoluzione. Dopo tale data, la “produttività” delle Regioni relativamente a se stesse è dunque migliorata: tale incremento è legato agli sviluppi tecnologici del sistema sanitario nel complesso e non a variazioni dell’efficienza delle singole Regioni. In realtà, solo le Regioni che erano già relativamente efficienti al momento dell’introduzione della riforma, hanno migliorato la loro produttività. Rimangono aperti interrogativi rispetto agli effetti di questa riforma su altri elementi centrali di sanità pubblica, come, ad esempio, il contenimento delle diseguaglianze tra le Regioni e nelle Regioni.