È il paradosso del momento: ha un fatturato ancora molto esiguo sul mercato editoriale italiano (pari allo 0,1% nel 2010) ma un interesse vivissimo tra gli addetti ai lavori, testimoniato dai molti convegni sul tema, ultimo dei quali Ebook Lab Italia a Rimini. Parola di Aurelio Mottola, direttore della casa editrice Vita e Pensiero, che lo scorso 9 marzo ha introdotto il dibattito sull’ebook tra Giuliano Vigini e Roberto Cicala. Il dibattito rientra nel ciclo dei “mercoledì di Vita e Pensiero”, promossa dall’omonima libreria di largo Gemelli. Protagonista, l’argomento più discusso al momento nel mondo editoriale: il libro digitale.

Prendendo spunto dall’articolo di Vigini sulla rivista “Vita e Pensiero” Ebook ma non solo: la frontiera della lettura, Cicala, docente di Editoria libraria e multimediale ed editore, ha posto l’attenzione sulla «lettura smaterializzata» e sugli effetti che produce nel lettore. «Leggere la Bibbia su ebook non è la stessa cosa che leggerla su supporto cartaceo: il rapporto con il testo su tablet produce un diverso impatto emotivo»; secondo Vigini, direttore dell’Editrice Bibliografica e massimo esperto in Italia di editoria e mercato del libro, la lettura su supporto digitale è certamente meno concentrata e modifica la percezione che si ha del testo: di un libro non ricorderemo più l’edizione, la copertina, tutti quei dati materiali che, in qualche misura, servono a orientare e a fidelizzare il lettore.

Trattandosi di un fenomeno tutto da scoprire, l’ipotesi più accreditata è che si vada incontro a una crescita lenta e graduale che vedrà coinvolti soprattutto i settori dell’editoria scolastica, tecnico-scientifica e tutti quei prodotti editoriali a rapida obsolescenza, come riviste e giornali. Rispetto alla fiducia di Cicala nella possibilità che l’ebook aiuti ad avvicinare ai libri, anche cartacei, un maggior numero di giovani lettori, Vigini viceversa si mantiene più scettico, paragonando il fenomeno a quello dei libri da edicola: «A fronte di un’offerta ampia e indistinta di testi, può aumentare il numero dei lettori occasionali, e quindi poco consapevoli, ma non si produce un significativo incremento dei lettori cosiddetti forti, di cui l’Italia ha tanto bisogno».

Parlare di ebook significa quindi inevitabilmente confrontarsi con la situazione della lettura in Italia, che è 30 punti sotto la media europea per numero di lettori, pur avendo una percentuale di lettori forti molto superiore a quella degli altri Paesi. «La lettura è un ecosistema fatto di equilibri molto delicati, in cui gioca un ruolo fondamentale il fattore tempo», ha detto Vigini, con il quale dovrà senz’altro confrontarsi anche il lettore digitale. Come ha ricordato il professor Cicala a conclusione dell’incontro, quello che si conserverà del libro, indipendentemente dalle evoluzioni dei supporti, è la ricchezza insita nelle parole, quella «sorpresa» di cui parla Munari e che trovata da piccoli non si smetterà mai di cercare da adulti.