L’Unione europea è capace ancora di mettere tutti gli Stati attorno a un tavolo oppure il suo ruolo unificatore è in crisi? Se n’è parlato nella sede di Milano della Cattolica, in occasione della conferenza 2014: Verso l’unità politica dell’Europa, organizzata dal Centro studi, formazione, comunicazione e progettazione sull’Unione Europea (Cesue), società spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. L’evento pomeridiano era incastonato in una giornata dedicata all’Europa, iniziata e conclusa al teatro Dal Verme.
 
La conferenza, presieduta da Fabio Masini, Università di Roma tre e presidente Cesue, Nicoletta Parisi Università di Catania, Marco Lossani, Università Cattolica del Sacro Cuore, e Daniela Parisi dello stesso Ateneo, ha l’obiettivo di creare una “tavola rotonda” sulle prospettive politiche, economiche e culturali dell’Unione europea, dal progetto originario della federazione allo stato attuale delle istituzioni fino ad arrivare alla moneta unica e alle iniziative per accelerare il processo di unificazione.
 
«Il 2014 è un anno fondamentale perché ci sono due momenti in cui il dibattito diventa politicamente rilevante: le elezioni europee e il semestre di presidenza italiana dell’Ue», afferma il professor Masini, introducendo la conferenza. Elezioni e semestre di presidenza sono due appuntamenti fondamentali per ridare ai cittadini italiani un’immagine dell’Europa come opportunità e non come nemico. La fiducia nelle istituzioni europee in Italia, infatti, è ai minimi storici: nel Vecchio continente dilagano i populismi e i partiti nazionalisti proliferano cavalcando la sfiducia generale causata dalla crisi. «C’è un difetto di comunicazione - nota il professore Lossani, titolare della cattedra di Economia internazionale all’Università Cattolica -. La crisi non è colpa dell’euro, ma dell’economia». Le elezioni europee sono infatti una possibilità da sfruttare per contrastare il populismo, se accompagnate da una corretta comunicazione. Ma senza una campagna d’informazione, rischiano di diventare un’arma in più nelle mani di quei partiti che soffiano sul fuoco del nazionalismo e dell’antieuropeismo.
 
«Bisogna partire dal calo dei consensi», sostiene il giurista Antonio Padoa-Schioppa rimarcando l’intervento di Nino Baseotto, segretario della Cgil Lombardia. «Queste elezioni europee potrebbero diventare le prime vere consultazioni frutto di scelte responsabili per l’Europa, e non un travestimento della politica nazionale». Per tutti i relatori, resta un dato di fatto tornare a considerare l’Unione europea con lo spirito dei padri fondatori: un’unione che mantenga la pace comune e rafforzi gli Stati membri. Nell’inarrestabile processo di globalizzazione, trovandosi a competere con potenze di dimensione continentale, le singole nazioni europee potranno restare in gioco solo se riusciranno a mantenere e implementare una dimensione comunitaria.