Acquisire competenze facendo pratica su casi concreti e partecipando attivamente a simulazioni di processi. Prima di aver completato gli studi in giurisprudenza. È la specificità delle “cliniche legali” (in gergo Legal Clinic), un innovativo metodo didattico molto diffuso nel mondo accademico anglosassone per preparare al meglio i futuri principi del Foro. Ispirato al «learning by doing», consente allo studente di giurisprudenza un apprendimento sul campo, aiutandolo a capire che cosa significhi assistere un cliente ancora prima di conseguire il titolo di avvocato.
Nel nostro Paese rappresentano ancora una rarità, per via di un sistema didattico-professionale che fatica ad aprirsi alle novità. Tranne alcune eccezioni. È il caso dell’Università Cattolica. Dal mese di marzo 2015, infatti, 120 iscritti al 4° e 5° anno della laurea magistrale a ciclo unico di Giurisprudenza, selezionati sulla base di criteri meritocratici, avranno l’opportunità di frequentare una delle tre cliniche legali introdotte dalla facoltà.
«La nuova legge professionale impone che gli studenti già durante il percorso formativo debbano acquisire adeguate competenze da far valere in ambito professionale - spiega il preside della facoltà di Giurisprudenza, il professor Gabrio Forti -. Di qui la decisione di continuare nel tradizionale rigore dell’insegnamento di solide basi giuridiche, arricchendo tale modello di studio con un metodo innovativo, le Legal Clinic. Il proposito è di trasmettere anche competenze professionali cercando di rispondere ai cambiamenti del mercato del lavoro».
Le cliniche legali dell’Università Cattolica - presentate l’11 dicembre nel corso dell’evento intitolato “Innovare per formare nelle professioni legali”, che si è svolto in concomitanza con l’apertura delle iscrizioni - hanno importanti peculiarità. In primo luogo, sono proposte in collaborazione con ASLA, l’Associazione che riunisce i principali studi legali associati nazionali e internazionali che operano nel panorama italiano. ASLA, che sarà rappresentata dal suo presidente Giovanni Lega, laureato della Cattolica, oltre a organizzare i corsi insieme a molti docenti di Giurisprudenza, si è impegnata a favorire per i partecipanti alle cliniche legali stage e tirocini in uno dei suoi studi associati.
Altro aspetto che le contraddistingue è il carattere multidisciplinare. Lo conferma il fatto che molte cattedre della facoltà sono parte integrante del progetto. Non solo. Sono state pensate con l’obiettivo di far acquisire specifiche abilità nelle principali discipline fondamentali per l’esercizio dell’attività forense: civile, penale e amministrativo. A tutto ciò si aggiunge l’acquisizione di competenze di Alternative Dispute Resolution (Adr), cioè tecniche di risoluzioni di controversie legali alternative al processo come la mediazione e la giustizia riparativa; di pratica nella redazione dei testi scritti giuridici (negoziali, processuali, extraprocessuali) e nella capacità di argomentare e parlare al pubblico, di lavorare in team.
Al termine delle frequenza alle cliniche legali, preceduta da una valutazione finale, gli studenti riceveranno un’attestazione che potrà attribuire crediti formativi professionali.
MILANO
Giurisprudenza, gli studenti entrano nelle cliniche legali
Da marzo 120 iscritti al 4° e 5° anno della laurea magistrale a ciclo unico, grazie a un accordo con l’Associazione che riunisce gli studi legali, potranno fare pratica su casi concreti prima di aver concluso gli studi. Un aiuto a capire cosa significhi assistere un cliente