Tenuta a battesimo dal professor Alberto Mantovani, big internazionale dell’immunologia e della biologia cellulare, l’edizione del quarantennale dei Seminari biologici, promossi dall’Istituto di Patologia generale dell’Università Cattolica, diretto da Achille Cittadini, si è svolta lo scorso 30 novembre alla sede romana della nostra università. Ad ascoltare la lectio inaugurale tenuta da Mantovani sul tema “Infiammazione e cancro” un folto e attento pubblico di studenti della facoltà di Medicina e numerosi docenti provenienti anche dagli altri atenei della capitale.

I Seminari biologici sono indirizzati per tradizione, oltre che ai ricercatori anche agli studenti della facoltà di Medicina e mirano a un aggiornamento sui meccanismi molecolari delle malattie umane e sulle più recenti acquisizioni in ambito fisiopatologico, con uno sguardo alle novità in ambito diagnostico, prognostico e terapeutico. «Obiettivo principali dei Seminari – ha spiegato Cittadini – è favorire lo scambio di informazioni e l’interazione con i principali esperti dei vari settori della ricerca medica di base e di stimolare l’interesse degli studenti alla ricerca in campo biomedico».

Nel seminario di apertura Mantovani - attualmente docente di Patologia generale all'Università degli Studi di Milano dopo aver lavorato in Inghilterra e negli Stati Uniti ed essere stato capo del dipartimento di Immunologia e Biologia cellulare dell'Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” - si è soffermato sul legame fra infiammazione e cancro con particolare attenzione al ruolo dei macrofagi, protagonisti fondamentali della reazione infiammatoria, che, quando presenti all'interno dei tumori, ne promuovono la crescita contrariamente a quanto creduto in precedenza. Il professore ha contributo a evidenziare questo ruolo inatteso dei macrofagi, evidenziando i segnali che li guidano all’interno dei tumori e i meccanismi che li regolano. Queste scoperte hanno importanti ricadute applicative permettendo di identificare nuovi marcatori prognostici per valutare l’aggressività dei tumori e nuovi target per lo sviluppo di terapie specifiche.