Renato Laffranchi, Il Cantico delle Creature - 5 - Il Fuoco. Tempera su tavola 120 X 180 cm - 2009 Il cantico delle creature nell’interpretazione di un artista contemporaneo. Comincia con la mostra di Renato Laffranchi la stagione artistica promossa nel nuovo anno accademico dal Centro pastorale dell’ateneo. In principio… Origine e inizio dell’Universo è il tema che è stato scelto per fare da filo conduttore alle iniziative ed è anche il titolo di un convegno interdisciplinare che si terrà nell’aprile 2011 nell’ambito della celebrazione del 90° anniversario di fondazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

La mostra sul Cantico delle Creature

A partire dalla fine di ottobre e fino alla metà di novembre nel primo chiostro di largo Gemelli verranno esposte alcune tavole (120X180), corredate da pannelli con i testi, realizzate dal pittore don Laffranchi sul testo del Cantico delle creature di san Francesco d’Assisi. «Spero soltanto che San Francesco mi perdoni. So da quali sofferenze è scaturito il suo canto, ed in quali ore di pena, sboccando come il Sangue del Signore da quel cuore vulnerato – scrive l’artista presentando la sua opera -. So quanto è grande l'eroismo di quel poeta che canta i doni umili e grandiosi, quotidiani e sbalorditivi elargiti dall'Eterno a noi uomini, e li canta da un Golgota, depredato di ogni bene, inchiodato all'Amore, trapassato dai dardi del Serafino. So quanto è di esempio e di rimprovero a me povero di fede, sbadato e irriconoscente e spaventato dal dolore, come tanti miei fratelli, anche cristiani. Sarà un Suo dono – e Glielo domando di cuore - se qualcuno guardando e leggendo riscoprirà la bellezza di quel Cantico, il miracolo di quella singolare epifania del Cristo con cui Dio ha onorato l'Italia, il fascino di un amore che davvero “né la morte né la vita né nessun'altra cosa del mondo”  hanno potuto estinguere, lasciandoLo fino all'abbraccio della morte quel che aveva scelto di essere da ragazzo in un tempo violento e oscuro come il nostro: il fratello delle creature, il compagno dei poveri, lo sposo della letizia, il muratore della Chiesa, l'innamorato trovatore di Dio».

Le altre iniziative firmate Centro pastorale

Dopo una parentesi per l’Avvento, durante il quale sarà allestito un “segno” nel Cortile d’Onore per riflettere sul mistero del S. Natale, il tema dell’anno ritorna nel periodo quaresimale (marzo-aprile) con la tradizione iniziativa di Arte e spiritualità nel chiostro. Saranno esposte opere d’arte contemporanea ispirate a temi ed episodi del libro della Genesi, accompagnate da commenti spirituali ai brani biblici. 

Il tema scelto per l’anno accademico 2010-2011 si ispira alle parole che papa Benedetto XVI ha rivolto il 27 maggio scorso ai vescovi italiani riuniti in assemblea generale. «… Due fonti orientano il cammino umano. La prima fonte dovrebbe essere la natura, e la seconda la Rivelazione. Ma la natura viene considerata oggi come una cosa puramente meccanica, quindi che non contiene in sé alcun imperativo morale, alcun orientamento valoriale: è una cosa puramente meccanica, e quindi non viene alcun orientamento dall’essere stesso. La Rivelazione viene considerata o come un momento dello sviluppo storico, quindi relativo come tutto lo sviluppo storico e culturale, o – si dice – forse c’è rivelazione, ma non comprende contenuti, solo motivazioni. E se tacciono queste due fonti, la natura e la Rivelazione, anche la terza fonte, la storia, non parla più, perché anche la storia diventa solo un agglomerato di decisioni culturali, occasionali, arbitrarie, che non valgono per il presente e per il futuro. Fondamentale è quindi ritrovare un concetto vero della natura come creazione di Dio che parla a noi; il Creatore, tramite il libro della creazione, parla a noi e ci mostra i valori veri. E poi così anche ritrovare la Rivelazione: riconoscere che il libro della creazione, nel quale Dio ci dà gli orientamenti fondamentali, è decifrato nella Rivelazione, è applicato e fatto proprio nella storia culturale e religiosa, non senza errori, ma in una maniera sostanzialmente valida, sempre di nuovo da sviluppare e da purificare. Così, in questo “concerto” – per così dire – tra creazione decifrata nella Rivelazione, concretizzata nella storia culturale che sempre va avanti e nella quale noi ritroviamo sempre più il linguaggio di Dio, si aprono anche le indicazioni per un’educazione che non è imposizione, ma realmente apertura dell’”io” al “tu”, al “noi” e al “Tu” di Dio».