Raffaele Trevisani al flauto traverso e Paola Girardi al pianoforte in aula magna il 4 marzo 2010Il poema The last rose of summer, scritto nel 1805 dal poeta irlandese Thomas Moore e musicato successivamente da Sir John Stevenson, canta di una rosa che cresce solitaria in un mondo desolato. Lo scorso 4 marzo all’Università Cattolica di Milano, invece, la musica è fiorita nel nome dell’Irlanda e, seguendo il filo conduttore dell’opera di Moore, ha accompagnato gli spettatori in un viaggio nell’intreccio di suoni e parole che da sempre contraddistingue la cultura dell’isola di Smeraldo.

Una lezione-concerto (la prima di tre), tenutasi in un’aula magna gremita per l’occasione, che ha visto protagonisti due musicisti di livello internazionale: il flautista Raffaele Trevisani e la pianista Paola Girardi, che hanno proposto una serie di rivisitazioni del tema musicale di The last rose of summer e di altre grandi melodie irlandesi. Il tutto preceduto dalla lezione sulle “Risonanze irlandesi in Europa e oltre”, tenuta da Enrico Reggiani, docente di Lingua e letteratura inglese dell’università, e promotore della serie di incontri intitolata proprio “A rose of summer”.

«Uno dei modi in cui l’Irlanda viene chiamata è “Land of song” - ha spiegato Reggiani -. È il luogo che forse rappresenta in modo più efficace la coabitazione tra letteratura e musica, due codici espressivi che, uniti, anziché indebolirsi, acquistano maggiore forza comunicativa. Basti pensare a James Joyce: nei suoi Dubliners, lo scrittore usa spesso la musica come filo conduttore del racconto e come strumento per sottolineare i momenti più intimi e profondi della trama».



Ospite d’eccezione dell’evento, a testimoniare la qualità del progetto, è l’ambasciatore d’Irlanda in Italia, Patrick Hennessy, che ha ringraziato l’università per l’iniziativa. «Sono molto grato alla Cattolica, al rettore Lorenzo Ornaghi e alla preside della facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere Luisa Camaiora, per avere deciso di offrire un assaggio d’Irlanda agli studenti e alla città di Milano. I miei complimenti vanno soprattutto al professor Reggiani, che ora aggiunge la musica come freccia al suo arco di promotore della cultura irlandese in Italia».

L'aula magna durante la lezione-concerto del  4 marzo 2010Hennessy ha anche sottolineato lo stretto rapporto che lega i due paesi: «I legami tra l’Italia e l’isola dello Smeraldo sono antichissimi, risalgono addirittura al quinto secolo, quando San Colombano, missionario irlandese, giunse a Milano, e in questa splendida città fu accolto con favore dal re dei longobardi. Le relazioni tra i due paesi sono notevoli anche in termini di turismo», ha aggiunto l’ambasciatore. «Pensate, solo nell’ultimo anno gli italiani che hanno visitato l’Irlanda sono aumentati del 20%. Molti di loro sono studenti che si recano a Dublino e in altre grandi città per studiare. Non di rado accade che decidano di rimanere a vivere qui. La comunità italiana in Irlanda, infatti, è molto numerosa».

La serie di lezioni-concerto prevede ancora due appuntamenti con ospiti d’eccezione, sempre a ingresso libero. Giovedì 15 aprile ci saranno Francesco Attesti al pianoforte e il soprano Victoria Rastorgueva, mentre l’incontro conclusivo è previsto per lunedì 3 maggio, quando nell’aula magna dell’università si esibiranno cinque giovani pianisti di talento, provenienti dal conservatorio “Giuseppe Verdi”,dall'Accademia Internazionale della musica di Milano e dal Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano.