Avvio in grande stile per le celebrazioni del sessantesimo della facoltà di Agraria e della sede di Piacenza dell’Università Cattolica: il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Francesco Profumo è intervenuto questa mattina presso la sede piacentina dell’ateneo cattolico per una giornata da lui stesso definita di “grandissimo interesse” . Accolto dal prorettore vicario Franco Anelli, dal preside della facoltà di Agraria Lorenzo Morelli e dal direttore della sede piacentina Mauro Balordi, il ministro Profumo, dopo aver visitato la collezione Sernagiotto e la mostra l’Estetica dell’invisibile, esposizione fotografica delle più belle immagini scattate al microscopio elettronico nell’ambito delle ricerche scientifiche svolte presso la facoltà di Agraria, è intervenuto sul ruolo della ricerca universitaria per lo sviluppo del Paese.

E, nel parlare di ricerca, tema al centro dell’evento odierno, il ministro si è espresso in questi termini: «La facoltà di Agraria della Cattolica ha avuto una grandissima attenzione per la ricerca europea: ben 22 progetti europei sono inseriti nel settimo programma quadro e altri due sono in fase di valutazione. Questo mi sembra un grande segno, un segno importate per il Paese in un settore nel quale l’Italia investe molto in Europa e ha bisogno di recuperare una parte di queste risorse che purtroppo per ora non sono ritornate. I sessant’anni di questa facoltà sono certamente un esempio di buona gestione, di buona qualità della formazione e della ricerca e questa facoltà è un esempio per il futuro».

Profumo ha poi sottolineato un dato relativo all’occupazione dei giovani laureati in Agraria della facoltà piacentina: «Mi dicono che nell’arco dell’anno successivo alla laurea, tutti gli ex studenti trovano lavoro peraltro di buona qualità. Anche questo è un buon esempio per il Paese».

A inaugurare la giornata il saluto del prorettore Franco Anelli che è tornato a quel 1949, anno della posa della prima pietra della facoltà di agraria a Piacenza: «Poco dopo quel giorno padre Gemelli ha ricordato come su questo progetto si siano aggregate energie non necessariamente cattoliche, ma che riconoscevano la facoltà di Agraria come occasione di sviluppo per la comunità. Il contributo che si voleva dare era di progresso scientifico e tecnologico, mettere in contatto scienza pura e applicata, si voleva far nascere un politecnico agrario. La conclusione del progetto piacentino non fu semplice, ma fu eretta a metodo: organismi vitali universitari non si improvvisano. Va un ringraziamento a chi era presente allora, a chi ha sostenuto la Cattolica e chi ancora vi lavora».

 

 

 

La parola è dunque passata al preside di Agraria Lorenzo Morelli: «Ho messo piede qui dentro 40 anni fa come studente, e ora sono preside. Sono emozionato e auguro agli studenti di fare il mio stesso percorso. Il mio intervento si intitola da Piacenza all'Europa: la ricerca cresce se ha grandi orizzonti, e deve essere verificata. Al momento abbiamo 3 corsi triennali e tre lauree magistrali, con una scuola di dottorato interfacoltà Agrisystem. Riusciamo ad avere 72 assegnisti di ricerca, tutti finanziati con risorse proprie. Nel 2011 abbiamo portato 180 progetti di ricerca, del valore di oltre 5 milioni di euro. Qui si sono succedute 3 generazioni di ventenni, ma dobbiamo creare le condizioni perché il mondo agroalimentare produca di più, l'ambiente soffra meno e siano garantiti i giusti dividendi a chi produce. Dobbiamo lavorare tutti insieme per il bene della nostra nazione».