La collaborazione tra la facoltà di Agraria della Cattolica e alcune istituzioni scientifiche del Cile è attiva da quasi un ventennio, da quando il professor Alessandro Roversi (al centro nella foto), docente di Coltivazioni Arboree, introdusse alcune varietà italiane di nocciolo per i campi sperimentali andini. Da allora le opportunità di scambio scientifico sono state continue e proficue. Anche l’estate scorsa l’Istituto nazionale di ricerche agronomiche di Carillanca ha chiamato il professor Roversi come relatore ufficiale al Seminario Internacional Avellano Europeo, tenutosi a Temuco dal 27 al 30 luglio. In forza della sua grande esperienza teorico-pratica sul nocciolo, maturata con una lunga attività sperimentale nelle Langhe e frequenti visite a stazioni sperimentali, università e a noccioleti negli Usa, in Spagna, in Turchia e in Francia, il professore piacentino ha parlato di biologia fiorale e di fruttificazione di questa specie.

Con l'assistente Gian Luca Malvicini, Roversi ha anche intrattenuto un folto gruppo (nella foto con alcuni di loro) di coltivatori di nocciolo, di tecnici e ricercatori, sui principali aspetti della potatura di allevamento e di produzione del nocciolo, anticipando anche la prospettiva di condurla per via meccanica. Gli ettari investiti a noccioleto, in Cile, superano ormai i 10mila e si tratta, in gran parte, di nuove piantagioni di non oltre 10-15 anni di età.

La visita si è tradotta in un vero e proprio “Curso de Capacitacion” in 3 sessioni che si sono tenute a Osorno, Gorbea e Linares, in cui alle relazioni orali si sono affiancate esercitazioni in campo, nei noccioleti, che hanno suscitato molto interesse, sollecitando numerose richieste di approfondimento su particolari aspetti del taglio, quali l’intensità e la modalità.