I rapporti commerciali tra Italia e Germania devono basarsi di più sulla comunicazione. Secondo Nello Gaspardo, docente alla tedesca  European School of Business di Reutlingen, è questa la chiave per migliorare le relazioni economiche tra i due paesi europei. Lo ha spiegato,  lo scorso 22 febbraio, davanti a 170 studenti degli istituti superiori piacentini “Gioia”, “Respighi”, “Volta” e “Romagnosi”, nel corso di un seminario promosso dalla facoltà di Economia. Reutlingen rappresenta uno dei partners storici del programma Double Degree, fiore all’occhiello della facoltà piacentina, come ha spiegato il preside Maurizio Baussola. Un percorso che prevede due anni di studio all’estero con uno stage obbligatorio in azienda e porta ogni anno a Piacenza studenti stranieri, alcuni dei quali presenti all’incontro.

«I rapporti tra Italia e Germania sono già ottimi - dice Gaspardo - e grazie alla comunicazione non potranno che migliorare». Il linguaggio è uno strumento di cooperazione che può consentire ai due paesi di conoscere meglio il mercato. Ci sono comunque diversi aspetti che differenziano le due lingue. «Gli italiani - precisa il professore - nell’approcciarsi al tedesco devono imparare ad ascoltare. La struttura sintattica tedesca pone il verbo alla fine della frase costringendo l’interlocutore ad ascoltare prima che parlare. E poi, se l’italiano è una lingua raccontata, discorsiva e piena di vocali; il tedesco è chiaro, compatto, sintetico e pieno di consonanti». Eppure tra i due popoli c’è una sorta di empatia: «È la chiave della comunicazione tra linguaggi così differenti - conclude Gaspardo -: dall’empatia è facile quindi passare alla simpatia, fondamentale per una buona collaborazione».

La tavola rotonda godeva del patrocinio del Consolato di Germania per il quale è intervenuto il Vice console Guido Bruckelmann che ha illustrato i tanti settori nei quali poter utilizzare la lingua tedesca. Si và infatti dal turismo alla cultura fino all’economia. Insomma un’opportunità da non sottovalutare per il proprio futuro.