Il 30 novembre 1988 il professor Gianfranco Rossi accompagna l’allora cardinale Joseph Ratzinger in visita per l’inaugurazione del reparto di neurochirurgia infantile del Policlinico A. GemelliÈ morto a Bologna, sua città natale, Gianfranco Rossi, iniziatore della neurochirurgia nel Policlinico universitario “Agostino Gemelli”. Il professor Rossi, emerito di Neurochirurgia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha dedicato oltre 30 anni della sua vita alla ricerca, alla clinica e all’insegnamento universitario presso la facoltà di Medicina e Chirurgia e il Policlinico Gemelli. «Uno dei protagonisti della nascita e dello sviluppo della sede romana dell’Università Cattolica»: così ebbe a dire il rettore Lorenzo Ornaghi, nel conferirgli il titolo di emerito.

Nato a Bologna nel 1927, Gianfranco Rossi nel 1950 si laurea in Medicina con il massimo dei voti e lode presso l’ateneo della sua città; nel 1957, a soli trent’anni, ottenne la libera docenza in Fisiologia umana in uno degli Istituti di Neurofisiologia più prestigiosi del mondo, quello di Pisa diretto dal professor Moruzzi. Nello stesso anno ha inizio la sua carriera nella neurochirurgia, prima presso l’Università di Genova, dove conseguì la libera docenza. Nel 1969 il suo arrivo alla facoltà di Medicina dell’Università Cattolica a Roma dove venne chiamato ad assumere la direzione dell’Istituto di Neurochirurgia, che mantenne fino al 1998, e a dirigere la scuola di specializzazione nella stessa disciplina dove rimase fino al 2002.

Grazie al suo impulso la scuola di neurochirurgia dell’Università Cattolica si è affermata tra le più prestigiose a livello internazionale, come testimoniano due suoi illustri allievi, Giulio Maira, ordinario di Neurochirurgia, ed Ezio Di Rocco, ordinario di Neurochirurgia infantile. «La sua attività scientifica, sia clinica che di laboratorio, è stata intensissima - afferma il professor Maira, oggi direttore del “suo” Istituto di Neurochirurgia presso la Cattolica -. Ricordo il contributo fondamentale da Lui dato allo sviluppo della Chirurgia dell’epilessia, alla conoscenza della fisiopatologia dell’idrocefalo e della pressione intracranica, al trattamento delle ischemie cerebrali.  Con il suo impegno continuo ha contribuito a diffondere il buon nome della nostra università in tutto il mondo. Per noi allievi – continua Maira - il professor Rossi ha rappresentato la figura del maestro. Ci ha insegnato a vedere la professione del chirurgo con spirito critico, non limitandoci al perfezionamento degli aspetti tecnici, ma tenendo sempre presente la necessità della Ricerca come mezzo indispensabile per l’avanzamento della nostra capacità di capire e curare le malattie».

«La sua statura morale e integrità personale sono state da tutti sempre riconosciute così come ricca di attestati è stata la vita accademica e professionale - aggiunge il professor Di Rocco, oggi direttore del Dipartimento di Neuroscienze del Gemelli -. Basta ricordare la medaglia d’onore attribuitagli solo due anni fa a Boston dalla World Federation of Neurosurgical Societies, l’associazione internazionale più importante nel campo della neurochirurgia. È al professor Rossi che devo essere diventato un neurochirurgo infantile quando l’idea di una sub-specializzazione in neurochirurgia non era nemmeno presa in considerazione. È a lui, infatti, che la neurochirurgia italiana deve la visione di una struttura “plurispecialistica”, quale quella da lui appunto istituita presso la nostra Università. Personalmente gli devo l’opportunità di formarmi nel centro più avanzato del tempo, quale il Children’s Memorial Hospital della Northwestern University di Chicago. Tutti noi suoi allievi - conclude Di Rocco - dobbiamo al professor Rossi l’ampliamento di orizzonte, questo stimolo a sentirsi parte di una comunità internazionale, questa necessità di integrità nella vita professionale e accademica».