«È un sonetto autobiografico nato sul balcone di casa mia davanti al Pontile di Ostia, in un raro pomeriggio di riposo invernale passato ad ascoltare, per la prima volta con attenzione, la sinfonia scritta e interpretata dal vento di maestrale sul palcoscenico di un mare particolarmente agitato». Si parla di ‘La musica der vento’, poesia che dà il titolo alla nuova raccolta di rime in romanesco (edito da Cesi) di Paolo Zeppilli, medico dello sport dell’Università Cattolica-Policlinico A. Gemelli di Roma, presentato lo scorso 20 dicembre presso l’Aula Brasca dell’ospedale. Ha introdotto l’incontro Rocco Bellantone, preside della facoltà di Medicina, che ha elogiato Zeppilli sia per il suo impegno come medico e direttore della Scuola di specializzazione in Medicina dello sport della Cattolica sia per essere riuscito nel tempo libero a coltivare la passione poetica, raccontando in romanesco la vita e il suo operare quotidiano di medico-cardiologo-poeta (cardiopoeta), marito e padre.

I nuovi sonetti di Zeppilli hanno a tema l’attualità politica e sociale di un’Italia che “casca a pezzi”, che minaccia anche il futuro del Policlinico Gemelli, dove Zeppilli lavora da oltre quarant’ anni. "Una situazione tragicomica”, dice il poeta, fonte quotidiana di ispirazione per la satira, genere letterario irrinunciabile per un poeta romanesco. Questa ultima raccolta di sonetti è arricchita da alcune favole che Zeppilli ha “riscritto”, utilizzando al minimo animali “sfruttati” nella letteratura per l’infanzia (sorci, lupi e agnelli), e proponendone altri, mai protagonisti della letteratura romanesca, divertendosi molto a giocare con la fantasia e “apprendendo qualche nozione di zoologia in più”.

«Il vento, col suo impetuoso o delicato soffiare negli strumenti a fiato che la natura gli propone, è capace di armonie fantastiche -  ha scritto Zeppilli nella prefazione del libro - è una delle meraviglie del creato, delle quali possiamo godere a condizione di saperle cogliere, di prestarvi attenzione nelle rare pause che ci concediamo nell’affannoso rincorrere il successo o, nei casi meno fortunati, la sopravvivenza. La filosofia che ispira ‘La musica der vento’ è una filosofia positiva, che diventa terapeutica in vecchiaia, quando gli acciacchi legati allo scorrere inesorabile del tempo, riducono di molto le nostre capacità di godere serenamente quello che ci resta da vivere».

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