È stata definita “ottimo alimento per le esigenze nutrizionali dell’uomo” e dichiarata dall’Unesco “alimento perfetto per l’umanità”. E il direttore generale della Fao José Graziano da Silva, l’ha definita una “coltura che può avere un ruolo importante nell'eliminazione di fame, malnutrizione e povertà”.
Stiamo parlando della quinoa, lo pseudocereale coltivato nelle regioni andine, di cui si è celebrato nel 2013 l’Anno Internazionale. Sabato 16 maggio si è svolto a Palazzo Gotico di Piacenza il Festival della Quinoa, un evento promosso dal Consolato Generale del Perù in collaborazione con la facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica e il Comune.
«La quinoa - ha spiegato il professor Vincenzo Tabaglio, docente del dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali Sostenibili - è uno pseudocereale, in quanto appartiene alla famiglia delle Chenopodiacee, come lo spinacio e la barbabietola, e ha un interessante valore nutrizionale, oltre a caratterizzarsi per l’assenza di glutine». Di fatto la coltura si presenta in varietà genetiche molto diverse, in quanto viene coltivata in condizioni variabilissime: da quattromila metri di altezza fino al mare e a temperature che variano tra sottozero e 37 gradi.
«Attualmente si sta guardando con notevole interesse - ha continuato Tabaglio - alla possibilità di introdurre anche in Italia, e in Pianura Padana in particolare, questa coltura, che potrebbe costituire una coltura alternativa a quelle tradizionali, soprattutto per le zone marginali». Proprio per mettere a punto un protocollo tecnico adeguato alle nostre condizioni sono stati realizzati in provincia di Pavia alcuni campi sperimentali: «Attraverso questi campi - ha spiegato il docente - stiamo studiando le possibilità di migliorare la produttività, mettendo a punto le più idonee soluzioni colturali per risolvere alcuni problemi: uno dei più urgenti è rappresentata dal diserbo».
Nell’ambito della ricerca di colture alternative, per l'Italia e l'Europa, e alimenti ad alto valore nutrizionale, il dipartimento di Scienze delle Produzioni vegetali sostenibili (area di Agronomia e Biotecnologie Vegetali ed area di Viticoltura e Frutticoltura) sta svolgendo attività di ricerca sull’adattabilità di questa coltura andina in Provincia di Pavia. La sperimentazione è stata avviata per il secondo anno consecutivo prendendo in considerazione diversi areali pedo-climatici di pianura e collinari. La possibilità della coltivazione della quinoa e di altre colture alternative come l’amaranto costituirebbe una valida alternativa, anche dal punto di vista economico, alle maggiori coltivazioni della zona, quali il riso, e potrebbe essere inserita in zone collinari lasciate incolte, dove prevale la coltura della vite.