Quinta edizione per il LarisDay, la giornata di presentazione dei progetti del Laboratorio di ricerca e intervento sociale della sede di Brescia. Il quinto LarisDay ha posto l’attenzione sul rapporto tra ambiente e società per lo sviluppo sostenibile. Fin dai saluti del preside di Scienze della formazione, letto in aula dal direttore del Laris Enrico Maria Tacchi, e dell’assessore del comune di Brescia Paola Vilardi, è stato sottolineato l’approccio multidisciplinare alle tematiche ambientali che il Laboratorio promuove, in collaborazione con diversi centri di ricerca e istituzioni locali e nazionali. L’ampia rete di collaborazioni che il Laris ha intessuto sono l’esempio concreto di come sia necessario lavorare in sinergia per dare concretezza e ricaduta pratica per i cittadini nell’ottica della sostenibilità.

La giornata di studio, introdotta dal prof.Tacchi e coordinata da Antonio Ballarin Denti direttore del dipartimento di Matematica e Fisica, ha registrato la relazione di Giorgio Osti dell’Università di Trieste, che ha posto sotto la lente “il peso e l’utilità delle scienze sociali di fronte alla crisi ecologica”. Attraverso lo studio di tre casi bresciani, il professore ha mostrato come l’approccio relazionale analizzi in modo critico le esperienze e le pratiche sociali. Il “territorio” può essere interpretato ponendo attenzione alle relazioni intergovernative, per inquadrare i problemi (per esempio Agenda 21); prestando attenzione alle “relazioni spazziate; riprendendo il concetto di genius loci, ogni leader/innovazione infatti parte da un luogo e arriva in un luogo.

A seguire alcune “comunicazioni” che, come ha ricordato il professor Tacchi, hanno una valenza di ricerca: «mostrano le relazioni molto strette instaurate, condivise tra diversi attori di un territorio, sia pubblici che privati». Patrizia Galeri e Valerio Corradi hanno presentato il progetto di ricerca condotto da Laris e Asa – Alta Scuola per l’Ambiente, su mandato dell’Irer Lombardia, sui rapporti tra ambiente e opinione pubblica e sull’importanza dei processi educativi. I ricercatori hanno posto in rilievo come a una diffusa preoccupazione per i problemi ambientali non corrisponda né un’adeguata fiducia negli attori coinvolti, né una corrispondenza nei comportamenti agiti. Un secondo aspetto messo in luce riguarda gli aspetti di innovazione rilevati nelle pratiche di educazione ambientale ed educazione alla sostenibilità proposte nelle scuole.

Il rapporto tra attore sociale e azione collettiva attraverso il metodo d’indagine comparativo e case study con riferimento alla bassa bresciana, è stato il focus della comunicazione proposta da Beatrice Marelli della fondazione "Edmund Mach" dell’Università degli Studi di Brescia. Sociologia ed economia mostrano «l’esigenza di cogliere l’interesse superiore per la sopravvivenza della comunità e dei beni comuni, accantonando interessi personali meramente economici».

L’ultima comunicazione, di Giacomo Mantelli di Acli ambiente – anni verdi Brescia, si è strutturata a partire del lavoro quotidiano dell’associazione sociale che rappresenta. Gli obiettivi delle attività sono riassumibili nel fare opinione su problemi e rischi connessi all’ambiente e al sociale, offrendo servizi per e con i cittadini, promuovendo stili di vita sostenibili e interventi di educazione e formazione ambientale. Nel dettaglio ha ricordato la collaborazione con l’Università Cattolica, tramite una stagista del master in Sviluppo Umano e Ambiente (Asa).

Lo sviluppo sostenibile pone la necessità di un equilibrio tra la sfera economica, ambientale e sociale. La sostenibilità è una nuova forma di cooperazione tra saperi, tra scienze naturali e scienze sociali, sono necessari approcci integrati che mettano in dialogo sfere della ricerca e della politica. Le attività del Laris sono in quest’ottica e rappresentano alcune best practices di ricerca, studio, formazione e consulenza.