Anche gli scrittori sentono il peso e, allo stesso tempo, le opportunità della crisi. L'iniziativa dal titolo emblematico "Literatura en tiempos de crisis", che ha ospitato il 15 ottobre il catalano Andreu Martín, dà spazio a quegli autori spagnoli e ispanoamericani che negli ultimi anni hanno deciso di raccontare questo fenomeno globale nelle sue diverse sfumature e nei suoi molteplici riflessi sociali. Un tema caro a questa letteratura, come spiega il professor Dante Liano, ideatore del ciclo di incontri con la sua cattedra di Lingua e letteratura spagnola, insieme al dipartimento di Scienze linguistiche e letterature straniere e all'Istituto Cervantes di Milano. Un viaggio in cui la letteratura esercita la sua missione di conoscere la vita attraverso il linguaggio.

di Dante Liano *

Non ci è stato concesso l'improbabile dono della profezia. Quando, tanti anni fa, abbiamo iniziato la collaborazione con l'Istituto Cervantes, in modo che potessimo presentare in Cattolica degli scrittori di lingua spagnola, nessuno poteva pensare che sarebbe arrivata una crisi globale. Possiamo solo ricordare che alcuni dei più importanti artisti spagnoli e ispanoamericani sono passati dalla nostra Università. La lezione magistrale di Carlos Fuentes sull'importanza della cultura musulmana in quella ispanica, le riflessioni di Juan José Millás sull'arte narrativa, le discrete provocazioni di Paco Ignacio Taibo II, le accese e affascinanti memorie di Luis Sepúlveda, la grazia di Rosa Montero, l'affabulazione potente di Almudena Grandes, la saggezza profonda di Alberto Manguel, le radici millenarie di Rigoberta Menchú, l'innocenza mai perduta di Félix Romeo, la tagliante verve castigliana di Juan Madrid, la giovane saggezza di Belén Gopegui, la costituzione di un nuovo gruppo letterario nella voce di Jorge Volpi, e tanti, tanti altri che hanno arricchito l'esperienza degli ormai migliaia di studenti che sono passati dalle nostre aule. Quando abbiamo battezzato gli ultimi incontri "letteratura in tempo di crisi", inconsciamente abbiamo evocato un concetto caro alla cultura spagnola del secolo ventesimo. "Crisi" è parola greca e significa "discontinuità" ma anche "giudizio", "discernimento". Evoca il concetto profondamente spagnolo di "agonia": lotta per la vita. Così Miguel de Unamuno concepisce l'esistenza: una perenne agonia, una perenne crisi. Essere in crisi vorrebbe dire essere in agonia per conquistare, con discernimento, il meglio di noi stessi. Proponiamo la letteratura come strumento privilegiato di quella crisi, di quel giudizio, di quella lotta. Attraverso le parole di chi usa il linguaggio come forma di esperienza, raggiungere le parole per una miglior vita, che è conoscenza di noi stessi. La letteratura cerca la conoscenza attraverso il linguaggio, perché solo la conoscenza ci trasforma, ci perfeziona, ci fa essere. Dunque, letteratura come atteggiamento costante di vita. Nella migliore tradizione ispanica.

* Docente di Letteratura spagnola e ispano-americana