Prima Gheddafi poi Putin hanno definito l’intervento in Libia una “crociata”, utilizzando così un pericoloso vocabolario qaedista. Sono questi gli atteggiamenti che portano a incrementare il rischio di attentati terroristici nei paesi dell’Alleanza fornendo la giustificazione che può muovere lone wolf e self starter. Infatti, la pressione migratoria, sicuramente in crescita, non giustifica un allarme attacco terrorismo quanto possono invece fare affermazioni che offrono motivazioni alle imprese solitarie del radicalismo jihadista.

Nella medesima area africana abbiamo la presenza di AQIM Al Qaeda nel Maghreb: si tratta di un gruppo che ha dimostrato di poter colpire con efficacia in Algeria, Morocco, Tunisia, Mali, Mauritania. Nelle recenti faccende Nord Africane è sempre entrata con qualche ritardo rispetto alla sua nota “pro-attività”, in eventi passati, ma sempre a supporto delle popolazioni in rivolta. Probabilmente il ritardo può leggersi come frutto di alcuni dissapori interni nella leadership. Quanto in questi frangenti comunque resti pericolosa AQIM lo si può comprendere anche dalla discussione che si è aperta il 7 marzo sul forum Shumukh al-Islam, in cui un jihadista (si) chiedeva perché AQIM non avviasse una campagna di “sucide bomber” contro Gheddafi e i suoi uomini colpevoli di attaccare il popolo sostenendo che un intervento preventivo di AQIM in Libia “avrebbe tagliato la strada ai crociati e scombussolato i loro schemi”. D’altro canto, un “fratello” argomentava che questo intervento di AQIM avrebbe dato il pretesto all’Occidente di attaccare e invadere il Paese. E così via in una altalena di pro e contro. Che cosa possiamo dunque aspettarci dal fronte polverizzato e incerto del terrorismo Nord Africano in termini di minaccia nei nostri Paesi? 

  • lone wolf e self starter del radicalismo jihadista: la Libia, in un quadro ampio di supporto al terrorismo internazionale, è sicuramente un attore rilevante e tollerato grazie ai molteplici interessi economici che intrattiene con i Paesi Occidentali. Ma, il terrorismo è stato soprattutto utilizzato come minaccia, per ottenere vantaggi propri non in diretta connessione con gli indirizzi qaedisti, spesso combattuti nelle sue forme organizzate nel Paese. È per questo che l’evocazione alla crociata di Gheddafi e Putin è assai pericolosa, perché può favorire una connessione con i numerosi solitari imitatori qaedisti già presenti nei paesi occidentali, offrendo loro la motivazione ideologica ad agire malgrado la storica non coerenza tra regime libico e qaedismo;
  • dormienti: proprio nel contesto di una strategia nazionale libica di impiego del terrorismo, si può sospettare la permanenza di vecchie cellule libiche dormienti che, agendo oggi in modo strategicamente coordinato, vengano risvegliate dall’entourage del Colonnello per compiere attentati nei paesi dell’Alleanza;
  • migrazioni: è altamente improbabile che l’accesso in clandestinità possa essere considerato come preferenziale per cellule terroristiche organizzate. Ma, è possibile che venga utilizzato come canale poco controllabile per introdurre nuovi elementi libici con la missione di mobilitare i troppi immigrati e clandestini esposti alle “sirene” della propaganda e – seppure in parte meno probabile – di reclutamento;
  • Al Qaeda nel Maghreb (AQIM) sembra stia a guardare dopo i comunicati di supporto alle rivoluzioni Nord Africane. Ma in questa situazione di elevata conflittualità potrebbe anche cercare di promuovere una mobilitazione antagonista tra gli immigrati in fuga, in sovrapposizione alle attività libiche, ritagliandosi un ruolo “di riserva” in una situazione di elevatissima incertezza.