Editori e bibliotecari, tecnici e tipografi a convegno per fare il punto sulla delicata situazione del mercato dell’editoria digitale. L’occasione è stata Ebook Lab Italia 2011 tenutosi a Rimini dal 3 al 5 marzo. La strategia indicata da Riccardo Cavallero, direttore generale libri Mondadori, è stata chiara: pubblicare tutto, subito e a poco prezzo. Pressante la necessità di una legislazione agile, ma soprattutto uniforme a livello europeo che favorisca l’internazionalizzazione del catalogo e della distribuzione permessa a costo zero dal web. Per Gino Roncaglia, docente presso l’Università della Tuscia, promuovere la lettura è essenziale allo sviluppo del paese e non bisogna sottovalutare l’importanza delle nuove tecnologie nell’avvicinare i giovani alla lettura, soprattutto in chiave sociale. Secondo gli editori, si tratta insomma di conciliare la tradizionale offerta cartacea con quella per i nuovi device. Come ha sottolineato Cristina Mussinelli, consulente per l’innovazione tecnologica e l’editoria digitale dell’Associazione Italiana Editori, è sempre più diffusa la lettura in mobilità, specie sugli smartphone, che nell’ultimo anno mettono a segno una crescita esplosiva.

Tuttavia un vero mercato nel settore è ancora un orizzonte lontano e, il prezzo dei dispositivi ancora troppo elevato, ne è un indice eloquente. Piuttosto che il pubblico dei lettori puri, cresce al momento quello legato al business dei servizi editoriali alla persona, vale a dire tutte quelle attività di reference e gestione dati, come i servizi di accettazione sanitaria e le interfacce tecniche legate alle professioni giuridiche ed economiche. In controtendenza il settore dei libri digitali per ragazzi che, forte dell’innata propensione alla crossmedialità, appoggiandosi alla crescita del libro cartaceo dedicato a un pubblico dai 3 ai 16 anni, segna una crescita di rilievo con l’arrivo dei primi magazine dedicati per Ipad.

È invece Matteo Ulrico Hoepli, responsabile del settore e-commerce dell’omonima casa editroce, a indicare con coraggio la roadmap per salvare le librerie in calce e mattoni: a fronte di un calo degli introiti previsto fra il 20 e il 30% entro il 2020 la strada è quella di arricchire e variare la propria offerta, farsi luogo d’interazione sociale, diventare gioiellerie del libro d’alta gamma ed incrementare la propria strategia commerciale online. L’Ebook Lab è stata anche l’occasione per i grandi rivenditori online di sbottonarsi un po’ e fare finalmente il punto della situazione svelando i numeri di un mercato ancora incapace di offrire risposte. «Impossibile parlare di coda lunga. Meglio: impossibile parlare di qualunque cosa», afferma Riccardo Cavallero, precisando come su numeri tanto esigui sia impossibile fare alcuna previsione.

Nella seconda giornata largo alle alternative ai tradizionali protagonisti della filiera. Secondo lo scrittore Piotr Kowalczyk i nuovi modelli di self-publishing e self-scouting si riveleranno preziosi alleati per l’editoria tradizionale, mentre si comincia a guardare con interesse anche alla produzione di contenuti scolastici flessibili e personalizzabili. Per Leonardo Chiariglione,  Ceo di Cedeo, saranno i micro pagamenti a rendere possibile il cambio di marcia di cui il mercato ha bisogno, mentre Enrico Tallone, il cui intervento raccoglie applausi a scena aperta, ammonisce riguardo alla necessità di un’estetica del digitale che non dimentichi il rispetto verso il lettore e l’autore.

Nella terza giornata, sull’onda del convegno Bibliostar che si è tenuto a Milano il 3 e il 4 marzo, si parla di biblioteche e diritto d’autore. Necessario per i soggetti del mercato tornare a discutere di flessibilità e distribuzione, di forma libro e modelli di prestito, mettendo in campo le esigenze di autori ed editori per far emergere dal confronto una strategia comune dalle prospettive condivise. Ma i tempi sono stretti. E sarà bene fare in fretta prima che l’ingresso dei più forti player stranieri nel mercato italiano metta fine al tentativo di sviluppare quell’autonomia tecnologica e strategica di cui le nostre aziende hanno bisogno per mantenere la loro autorevolezza editoriale.