Nel nostro paese l'incremento delle separazioni e dei divorzi è in aumento e la legge 54/2006 ha introdotto la possibilità per i genitori di usufruire della mediazione familiare per costruire, con l'aiuto di un terzo imparziale, degli accordi praticabili per vivere una comune responsabilità genitoriale e continuare ad occuparsi dei figli al di là della frattura coniugale.

E' vero però che nonostante i numerosi servizi gratuiti offerti nel nostro paese da professionisti appositamente formati, sono poche oggi le coppie che scelgono volontariamente questo percorso, che invece in Canada e  in Inghilterra è entrato nel costume e rappresenta una via più veloce, più efficace e più economica per continuare ad essere genitori di figli amati e ben voluti da entrambi.

Di queste tematiche si è parlato durante la tavola rotonda del 20 febbraio in Università Cattolica dal titolo "Accedere alla mediazione familiare: l'esperienza  in Canada, in Inghilterra e in Italia. Aspetti normativi, prassi operative, procedure per informare i genitori, relazioni tra servizi di mediazione e  giudici". L'incontro è stato promosso dall'Alta Scuola di Psicologia "A. Gemelli", in collaborazione con il Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia e il Laboratorio sui Processi di Mediazione all'interno del biennio formativo del master in Mediazione familiare e comunitaria.

All'evento hanno partecipato la più esperta mediatrice familiare in Europa Lisa Parkinson, Vice President of the Family Mediators  Association (England & Wales,  Francine Cyr, docente di Psicologia all'Università di Montreal in Canada, Paese dove dal 1997 è in vigore una legge che offre la mediazione familiare gratuita a tutti coloro che si separano, e Costanza Marzotto, mediatrice familiare presso il Servizio di Psicologia per la Coppia e la Famiglia dell'Università Cattolica, conduttrice di gruppi di parola per figli di genitori separati, e direttore del master in Mediazione familiare e comunitaria.

Durante la tavola rotonda sono stati illustrati i diversi quadri normativi e la loro ricaduta sul costume e la cultura, avvenuti in Inghilterra e in Canada.

La storia della mediazione familiare in Inghilterra è iniziata nel 1978 a Bristol ed è caratterizzata da una sempre maggiore presenza dei servizi di mediazione familiare alle famiglie separate anche nel contesto legale. Nel 2011 in tutta la Gran Bretagna è stata offerta l'opportunità di usufruire di una sessione informativa sulla mediazione familiare e dal 2012 questa è l'unica via gratuita percorribile dai genitori che vogliano modificare gli accordi già presi. Negli incontri informativi si offrono ai genitori informazioni scientifiche riguardo agli effetti psicologici negativi connessi con il mantenimento del conflitto e ai vantaggi di un  coinvolgimento personale nelle decisioni riguardanti il progetto educativo.

Questa cultura è stata diffusa attraverso un sito del governo appositamente dedicato dove sono disponibili informazioni relative ad avvocati e tribunali e recapiti dei Centri di mediazione sul territorio.

Anche il Canada dispone di un sito del ministero della giustizia che informa sull'obbligatorietà dell'incontro informativo preliminare all'udienza e fornisce gli indirizzi e le competenze dei mediatori familiari accreditati dai propri ordini professionali. In Quebec dal 1997 esiste una legge sulla mediazione familiare che permette alle coppie con figli - sia  legalmente sposate, che coppie di fatto - di ottenere il supporto di un mediatore professionista. Anche qui è previsto un incontro informativo obbligatorio sulla mediazione prima di avviare la procedura legale per il divorzio. Gli incontri informativi sono offerti gratuitamente da mediatori esperti con una competenza di base di tipo psicosociale e legale.

Il confronto tra i diversi Paesi ha permesso di confermare quanto emerso dalle recenti ricerche condotte dal Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia e dalla pratica realizzata in Italia ormai dalla metà degli anni novanta del secolo scorso, dove la cooperazione con gli avvocati, gli psicologi e gli assistenti sociali ha contribuito a migliorare le relazioni familiari al di là della rottura della coppia. A dimostrazione del fatto che i partner si separano in quanto coniugi, ma possono riuscire nell'impresa di portare in salvo il sé genitoriale.