C’è una Milano che, mentre tutti vanno a dormire, comincia a vivere. E’ questa la vita del buttafuori, del farmacista, del netturbino e di tanti altri milanesi che cominciano a lavorare quando il sole è già tramontato da un pezzo. A raccontarla sono gli studenti della Scuola di Giornalismo della Cattolica che muniti di registratore e macchina fotografica si sono calati nella notte meneghina e hanno raccolto venti interviste-ritratto dove le immagini scorrono lentamente accompagnate dalla voce del personaggio di turno e dai rumori del suo lavoro. 

Storie da vedere e ascoltare dove a parlare è la gente comune con problemi, aspirazioni e aneddoti: c’è il netturbino che sogna di approdare al Grande Fratello, il venditore del chiosco che discutendo di filosofia allieta i suoi avventori con la musica di Beethoven, il portiere d’albergo alle prese con gli hooligans e il veterinario che con pazienza sopporta clienti che sanno già perché il loro micio sta male. Ma c'è anche chi come il City Angel o la volontaria della Croce Bianca ha deciso di illuminare l’oscurità della notte con il proprio impegno nei confronti di chi soffre. 

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Il reportage ha trovato spazio anche sul sito del Corriere della Sera che lunedì 16 marzo ha pubblicato in bella evidenza sulle proprie pagine web insieme a un articolo sul progetto, cinque delle venti interviste: il portiere di notte, il venditore del chioscoil paramedico ,il netturbino e il buttafuori. Una bella soddisfazione per i ragazzi del biennio 2007-2009 che, dopo aver superato in blocco l’esame di Stato che li ha promossi giornalisti professionisti, qualche settimana fa, con la discussione delle tesi, hanno concluso ufficialmente il master.

Milano fuori orario, questo il nome del dossier, è il frutto di un lavoro durato mesi e coordinato dal direttore delle testate della Scuola, Matteo Scanni, in collaborazione con i docenti Angelo Miotto e Leonardo Brogioni. Dopo aver scelto la lista di professioni ‘notturne’ da affrontare i venti giovani giornalisti si sono divisi in coppie e sono andati alla caccia del tassista e del poliziotto di turno. Un compito non facile perché lo scopo non era ottenere una semplice intervista sul proprio lavoro ma una vera e propria testimonianza, raccolta in più incontri, che come si può ben capire ascoltando i vari lavori, ha coinvolto la sfera personale delle persone intervistate. I ragazzi, incontro dopo incontro e notte dopo notte, sono riusciti a conquistare la loro fiducia e dopo aver raccolto le storie le hanno immortalate, registrate e narrate. E ora, a progetto concluso, ne raccolgono i frutti avendo strappato un'altra fiducia, non meno importante per un giornalista, quella del Corriere della Sera. Non è poco.