Il 2010 segna l'inizio della digitalizzazione del libro: il mondo online ha un fatturato in crescita, pur rappresentando ancora  una fetta minima del mercato. Quello offline soffre la crisi. Ecco il punto di vista sul business dei libri di un big dell'editoria italiana, Riccardo Cavallero: classe 1962, dal gennaio 2010 è direttore generale Libri Trade del Gruppo Mondadori e dal giugno 2011 è amministratore delegato di Einaudi. È inoltre presidente di Harlequin Mondadori, consigliere di Random House Mondadori e di Mach 2 Libri Spa.

«La transizione digitale non è un'opzione e non può essere rallentata», la Mondadori guarda quindi al futuro del libro senza pregiudizi, anche verso l'operazione della Newton Compton, un libro a 0,99: «Un'operazione non sbagliata in sé ma che mette il libraio in difficoltà. Dobbiamo trovare nuove strade per bilanciare, ma sperimentare è un bene». L'equilibrio d'altronde sembra essere il mantra irraggiungibile dell'editore, così come descritto da Cavallero che paragona lo stato d'animo degli editori nel 2013 a quello di un uomo alle prese con una relazione amorosa difficile: «Dalla normalità alla sorpresa, poi il rifiuto, la depressione, il tentativo di dialogo, l'accettazione della fine e poi finalmente il ritorno alla vita.». È un modo ironico per sottolineare il concetto chiave dello spirito del Gruppo Mondadori: «L'errore è pensare che il mondo sia compiuto, che non ci potrà essere un futuro diverso dal nostro presente e questo non è mai vero». Basti pensare all'utilizzo dei tablet o degli smartphone, oggi onnipresenti, tanto da sostituire anche i libri o affiancarli in camera da letto, sul comodino.

L'obiettivo della Mondadori è quello di arrivare alla digitalizzazione di 5.000 titoli entro l'estate 2013, assecondando il trend in crescita che dal 2010, con 1400 titoli, è arrivato a 3.700 nel 2012 con 1 milione e 200 mila ebook venduti, una crescita vertiginosa rispetto alle vendite del 2011, che si erano assestate sui 185 mila. Una casa editrice competitiva deve quindi avere anche un'anima digitale, spiega Cavallero: «Soprattutto per non scomparire. Il mercato degli ebook in Italia oggi rappresenta il 4%, le previsioni però puntano a un 20% nel 2015 (in America siamo al 59%), quindi un libro su cinque sarà digitale. Oggi comunque le novità escono in contemporanea nella versione ebook e cartacea». Basti pensare a Inferno di Dan Brown, che in questo momento è al primo posto di vendite sia in versione cartacea che ebook: non c'è quindi concorrenza tra i due formati, è solo una possibilità di scelta per il lettore, il vero protagonista del duemila nel mondo dell'editoria: «È il secolo del cliente quello che stiamo vivendo, attorno a lui ruotano anche le nuove professionalità. Penso anche ai vari fenomeni di self-publishing, diverso dal vanity-publishing (autori alla ricerca di editore che si autopromuovono solo per soddisfare il proprio ego).

Mondadori è interessata allo sviluppo di comunità di scrittori autodidatti, anche perché dentro ci sono i lettori. L'idea di sollevare il self publishing a un'occasione di scambio di opinioni di lettura, ma anche di creare una palestra di scrittura è un progetto che abbiamo a cuore». Innovazione e sensibilità alle esigenze del mercato quindi, come il pluri-pubblicizzato Kobo, la piattaforma digitale Mondadori, sviluppata internamente alla casa editrice e che poi ha costruito sinergie positive anche con altri circuiti. «Cosa vuole il lettore?» si domanda Cavallero: «Una storia e la possibilità di fruirla nel modo che gli è più congeniale, in questo senso la piattaforma distributiva è fondamentale. Amazon è un ottimo circuito ma è chiuso; anche Apple, pur nella sua bellezza stilistica, è sempre chiuso. Kobo no».

Siamo nell'era della rivoluzione copernicana del libro, il suo mondo non è più editore-centrico ma è lettore-centrico e di questo devono prendere atto anche le librerie, afferma Cavallero che lancia una provocazione: «Devono guardare alle banche, che fino a qualche anno avevano una distribuzione capillare. Poi è arrivata la banca digitale e gli sportelli sono spariti. Le librerie devono tener conto della smaterializzazione e dell'abbattimento di costi che ne deriva diventando più piccole e gestibili, esponendo pochi libri ma aiutando i lettori a ottenere quello desiderato, tracciando le abitudini dei clienti e suggerendo altri volumi da leggere». Un servizio su misura dove non è più il libro cartaceo a fare da vetrina, ma la sua immagine, il suo contenuto, e chissà: «Magari un giorno potremo ordinare i libri direttamente in metro, su un pannello retroilluminato in cui clicchi, sfogli, scegli e il tuo titolo arriva direttamente a casa, pronto per essere letto comodamente sul divano». Parola di un editore al top della classifica.