Come tutti i ragazzi della sua età, anche Nicola Bonini a 19 anni pensa a divertirsi e a uscire con gli amici, ma non per questo trascura lo studio, anzi alle scuole superiori è sempre riuscito a mantenere una media altissima e per i suoi risultati eccellenti lo scorso 5 novembre a Roma ha ricevuto l’onorificenza di “Alfiere del Lavoro” dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nicola, ora iscritto al primo anno della facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere, si è sempre impegnato con serietà in ambito scolastico, anche se non ha mai creduto veramente alla profezia del suo preside, che più volte gli pronosticò un premio dalle mani del presidente.

Il titolo di Alfiere del lavoro è attribuito ogni anno dalla Federazione nazionale dei Cavalieri del lavoro ai 25 migliori studenti di tutta Italia che hanno terminato il ciclo di scuola secondaria superiore e si sono iscritti al primo anno di Università. Tutti i premiati hanno ricevuto il giudizio di “ottimo” alla licenza media e la valutazione di 100/100 all’esame di licenza superiore, alcuni anche con la lode. «Tra aprile e maggio – ricorda Nicola – è arrivata una lettera che mi avvisava di essere stato segnalato tra i possibili vincitori del premio». Ma tra l’esame di maturità, le distrazioni dell’estate e la scelta universitaria, Nicola non pensava più alla possibilità di andare a Roma. A ottobre un’altra lettera lo proclamava Alfiere del Lavoro e lo invitava ad andare nella capitale per la cerimonia di premiazione. Il 3 novembre Nicola è partito per Roma, dove ha trascorso tre giorni indimenticabili con gli altri “alfieri”.

«Il primo giorno abbiamo visitato il Senato e nel mezzo di una seduta – racconta - i senatori si sono alzati in piedi per dirci che si sentivano orgogliosi di noi». Alla sera cena di gala in una sala molto lussuosa piena di ori e specchi a Villa Borghese, in cui era presente anche il Presidente dei Cavalieri del lavoro Benito Benedini. Il giorno successivo è stato dedicato allo svago e a una visita a Cinecittà, dove gli alfieri hanno incontrato il vicepresidente degli Studios. «Ci ha raccontato la storia della televisione nei suoi passaggi principali e ci ha spiegato come funzionano gli studi, per poi mostrarci alcuni set e scenografie e l’esterno della casa del Grande Fratello». Durante questo secondo giorno a Roma, i ragazzi hanno avuto anche l’opportunità di conoscersi meglio e scambiarsi le proprie esperienze personali: «Alcuni erano dei classici “secchioni” – racconta ridendo Nicola – mentre con altri ho legato molto e continuiamo a sentirci».

Prima di sera ci sono state le prove al Quirinale per la cerimonia ufficiale del giorno dopo e un po’ di tensione cominciava a farsi sentire. Finalmente il grande giorno è arrivato. Il 5 novembre la sveglia dei ragazzi è suonata  prestissimo: l’appuntamento era fissato per le 10 nella Sala dei Corazzieri. Ogni alfiere ha ricevuto il riconoscimento in coppia con un nuovo cavaliere del lavoro, che si era distinto per la sua attività imprenditoriale, creando numerosi posti di lavoro e dirigendo aziende con un impatto sociale positivo; Nicola è stato premiato con il bresciano Cav. Medeghini, a capo di un’importante industria agricola casearia. «Pochi minuti prima di stringere la mano al Presidente Napolitano mi sentivo di gesso – ricorda il ragazzo – ma che sensazione incredibile quanto mi ha consegnato la medaglia con incisa la firma del Presidente della Repubblica e l’attestato d’onore!». Il premio ha dato a Nicola una forte carica di autostima, ma, come si sa, gli esami non finiscono mai. Chissà che l’alfiere, un giorno, non diventi anche cavaliere.