Nicola Savino“Studiate sempre”: è il consiglio da fratello maggiore che Nicola Savino ha dato agli studenti della sede piacentina della Cattolica, che lo scorso 9 marzo, ha accolto il conduttore Radio Deejay nella rassegna “A tutto Campus”. Un’iniziativa che porta a Piacenza molti protagonisti del mondo della cultura, dello sport, della musica e dello spettacolo.

Savino, dopo la presentazione del direttore di sede Mauro Balordi, ha dialogato con Giorgio Simonelli, docente di giornalismo radiotelevisivo alla Cattolica, rievocando i suoi primi passi nell’universo radiofonico. «Da studente, mi alzavo alle 6 del mattino per raggiungere in bicicletta Radio San Donato, con i dischi presi da casa. Andavo in onda con il mio programma prima di andare a scuola. Per fare questo lavoro ci vuole una passione feroce». Passione che dalla sua prima radio lo ha accompagnato fino a Radio Deejay dove ha iniziato con un contratto da fonico. «Volevo rassicurare i miei genitori dicendo che avevo trovato un lavoro vero». Ben presto approda alla regia di W Radio Deejay, un programma condotto da Marco Baldini e da Fiorello, e in seguito a quella di Baldini Ama Laurenti, con Marco Baldini, Amadeus e Luca Laurenti.

Nicola Savino [pubblico]Il passo dalla cabina di regia ai microfoni è breve e Savino inizia ad andare in onda insieme a Linus nel programma “Deejay chiama Italia”, trasmissione di lungo corso e molto seguita che lo ha fatto conoscere al grande pubblico. Un modo di fare radio che è diventato un format molto riconoscibile, forse persino abusato, come ha sottolineato il professor Simonelli: quello del programma a due voci, che unisce uno stile leggero e informale a contenuti di attualità. «È verissimo – ha commentato Savino - ma la colpa non è mia e di Linus ma, semmai, di quanti ci hanno emulato. Finché il programma continua a riscuotere un grande successo di pubblico non abbiamo motivo di cambiarlo; il segreto è continuare a mantenere alto il livello dei contenuti».

Sulla scorta di questa lunga esperienza radiofonica Savino è approdato anche al mondo della televisione. Prima come autore di programmi molto noti come Festivalbar e Le Iene, poi come inviato di Quelli che il calcio, passando da un programma Sky di informazione cinematografica, fino alla conduzione del programma comico di Italia 1 Colorado Cafè. «Il linguaggio televisivo è completamente diverso da quello radiofonico – ha commentato il conduttore -. Io mi ci sono avvicinato con grande prudenza. Una bella palestra è stata il periodo in cui ho fatto l’inviato per la trasmissione di Simona Ventura, perché mi ha consentito di sviluppare la capacità di adattarmi velocemente alle situazioni più diverse».

Sul tema della comicità e sulla difficile arte di far ridere, Savino ha spiegato che è mix di istinto, esperienza e prove. «Alcune gag che a noi autori di Colorado facevano ridere fino alle lacrime, durante le prove con il pubblico risultavano non solo poco divertenti ma addirittura imbarazzanti!», ha rivelato. Certamente la comicità è anche un talento innato di cui Savino è ampiamente dotato come ha dimostrato, oltre che nella sua carriera, anche nell’incontro con gli studenti della Cattolica, dove non sono mancati scambi di battute ed esilaranti imitazioni.