L'ambasciatore russo all'AseriPiù che una lezione, un botta e risposta. La “visita” dell’ambasciatore russo in Italia Sergej Razov’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali (Aseri) si è trasformata in un dialogo con gli studenti perché si è preferita un’impostazione più dinamica rispetto a un discorso preparato, che, secondo le parole del diplomatico, «sarebbe stato noioso».

L’incontro si è tenuto il 22 maggio, proprio il giorno dopo la firma dell’importante accordo fra Russia e Cina sulla fornitura di gas. E, anche per questo, non sono mancate domande sulla direzione che gli affari esteri russi prenderanno. Ma “l’aquila bicipite”, come il direttore dell’Aseri Vittorio Emanuele Parsi ha definito la doppia essenza, orientale e occidentale, della Russia, non smetterà di guardare anche ad ovest. «La Russia non può esistere senza l’Europa», ha rassicurato l’ambasciatore, anche se «siamo un Paese globale».

Le domande della platea non potevano poi non sollevare la questione ucraina, che vede la Russia divisa dal resto dell’Europa, e quella siriana, lontana ma non risolta, a proposito della quale l’ambasciatore ha invece rimarcato la vicinanza di prospettive fra diplomatici italiani e russi. Alla domanda se l’«opzione preferenziale europea» fosse ancora valida per la Russia, l’ambasciatore ha voluto ricordare quello che disse il Presidente Putin nel 2000: «Le radici della civiltà russa sono in Europa». Lo stesso presidente all’inizio del suo cammino infatti aveva proposto un’idea di associazione della Russia alla Nato, che si è poi sostanziata in vari accordi di partenariato.

L'ambasciatore Razov«Vorrei sottolineare che siamo un Paese ortodosso, anche se multietnico - con 20 milioni di persone di religione musulmana - e di ambiente cristiano. Ed è proprio grazie a queste radici cristiane che noi possiamo dire di avere radici europee che risalgono lontano nella storia», ha affermato Razov. La cristianizzazione della Rus’ di Kiev, “madre delle città russe”, avvenne tradizionalmente nel 988 per opera dei monaci greci Cirillo e Metodio. Grazie alla cristianizzazione i popoli slavi, finalmente dotati di un alfabeto, entrano a far parte della storia scritta.

L’attenzione crescente che l’Università Cattolica ha nei confronti della Chiesa Ortodossa, ma anche l’importanza delle relazioni commerciali fra Italia e Russia, hanno portato all’organizzazione dell’incontro. A proposito del dialogo interreligioso promosso dall’Università è bene ricordare quando, nel maggio 2010, fu ospite dell’Ateneo il metropolita Hilarion, capo del dipartimento affari esteri della Chiesa Ortodossa russa. Con l’occasione di presentare il libro scritto da Sua Santità il patriarca di Mosca Kirill, Libertà e responsabilità: alla ricerca dell’armonia, il metropolita aveva incontrato il cardinale Dionigi Tettamanzi, e prima dell’incontro, alla presenza del cardinale, il metropolita aveva celebrato messa con rito ortodosso nella basilica di Sant’Ambrogio.

Aseri, un momento della conferenzaMa se le relazioni tra Chiesa russa ortodossa e cattolica sono importanti e ancora da sviluppare, dal punto di vista economico Italia e Russia sono attualmente ancora più vicine. Nell’ultimo anno - come ha ricordato Guido Merzoni, preside della facoltà di Scienze politiche e sociali nel saluto iniziale - il volume dell’interscambio economico ha superato i 30 miliardi di euro. Senza contare l’importanza della Russia nella copertura del fabbisogno energetico italiano: quasi il 30% delle importazioni proviene dalla russia. E come ha sottolineato il preside, i rapporti economici e commerciali alimentano la conoscenza e lo sviluppo fra i popoli e sono da essa alimentati.