Più di 1500 studenti in giro per il mondo, oltre 600 università internazionali convenzionate, per l'Università Cattolica la dimensione internazionale resta un aspetto fondamentale della propria offerta formativa. Perché partire significa arricchirsi, crescere, conoscere nuove culture ed allargare i propri orizzonti. Ed è proprio per questo motivo che mercoledì 30 novembre UCSC International ha promosso l'International Day, un evento durante il quale gli studenti hanno potuto conoscere e apprezzare tutte le possibilità offerte dal nostro ateneo dalla voce dei ragazzi che sono già partiti e che, come spesso accade, hanno già la valigia pronta per la prossima avventura.

Come Flavia, studentessa della facoltà di Lingue, che ha spronato i ragazzi presenti, e in particolar modo le matricole, presenti in gran numero, a non avere esitazioni e a mollare gli ormeggi: «Qualunque sia lo stimolo alla base della vostra partenza assecondatelo. Quando sono partita per la prima volta con il programma Late – Corsi di lingua all’estero la mia destinazione è stata San Diego, poi con l'International Thesis Scholarship sono stata a Los Angeles  e l'anno prossimo tornerò ancora in America, destinazione California. Non abbiate paura di non sapere la lingua, si va all'estero proprio per migliorarle. Partite, partite, partite, non è un consiglio, è un "ordine"!».

Silvia invece ha scelto di partecipare insieme ad altri studenti UC al Model United Nations, una delle iniziative presenti all'interno del programma WEA (Work Experience Abroad). Si tratta di un corso intensivo che prevede la simulazione dei processi diplomatici della Nazioni Unite, un'esperienza estremamente formativa per coloro che desiderano intraprendere una carriera diplomatica: «Una grande opportunità che, durando poco meno di due settimane - spiega - non è gravosa in termini economici, e permette al tempo stesso di non perdere troppe lezioni. Noi abbiamo vissuto questa esperienza a San Francisco dove ci siamo trovati a "difendere" l'onore del Vecchio Continente visto che eravamo l'unica università europea presente in quella sessione. Ci siamo dunque confrontati soprattutto con studenti americani e sotto questo aspetto è stata sicuramente una grande occasione di apprendimento visto che gli studenti statunitensi hanno grande familiarità con questo tipo di attività».

GambettiE proprio la possibilità di integrare un altro tipo di approccio è stato uno dei temi trattati da Rossella Gambetti, docente della facoltà di Scienze Linguistiche molto attiva nella promozione delle Summer School all'estero: «La metodologia utilizzata all'estero, soprattutto negli Stati Uniti, è molto diversa dalla nostra. Non è né migliore, né peggiore. È differente. Una persona intelligente non ne sceglie una ma le integra. Fare un'esperienza di studio/lavoro all'estero - spiega la Gambetti - non è solo un arricchimento personale ma un investimento su se stessi, una necessità per essere competitivi nel mercato del lavoro. Inutile negarlo, per molti aspetti fare questo tipo di esperienza rappresenta un sacrificio, soprattutto sotto l'aspetto economico ma sotto questo aspetto la nostra università mette a disposizione vari strumenti e agevolazioni da poter sfruttare. Ne vale veramente la pena - ha detto rivolgendosi agli studenti - è una scelta fondamentale per il vostro futuro».

«Senza dimenticare - ha concluso la Gambetti - che avere sempre più giovani che fanno esperienze all'estero contribuisce in modo decisivo all'arricchimento culturale del nostro Paese. Spesso noi italiani veniamo accusati di essere 'provinciali' , di non riuscire a guardare oltre al nostro orticello. Dimostriamo al mondo che non è così. Anche perché in futuro i vostri competitor non saranno più i ragazzi di altre città e università ma ragazzi americani, cinesi, indiani. Gente che comincia a mettersi in viaggio già a 16 anni, senza conoscere nulla del Paese di destinazione. Chi non viaggia, resta indietro».

Monica, Lorena e AriannaUn consiglio che Monica, Lorena e Arianna, matricole della facoltà di Scienze Linguistiche, hanno messo in pratica fin dalle scuole superiori. Sono in Cattolica da pochi mesi ma hanno le idee ben chiare, largo Gemelli sarà la loro rampa di lancio per il mondo: «Abbiamo una grande passione per le lingue - spiegano - e la possibilità di mettere in pratica sul campo quello che abbiamo imparato in aula per noi rappresenta una sfida decisamente stimolante. In particolar modo - spiegano - di questa giornata ci ha colpito la possibilità di poter lavorare all'estero. Destinazioni? Studiando russo poter andare in quel Paese sarebbe decisamente interessante. Tuttavia - aggiunge Monica - mi piacerebbe anche migliorare il mio inglese. Dato che in passato ho sperimentato il British English ora vorrei mettermi alla prova con l’American English».
Buon viaggio ragazze.