Peter Seewald con il cardinale Dionigi Tettamanzi in aula Pio XI«Al contrario dell’immagine che spesso si ha, papa Benedetto XVI non ha paura delle domande. È un uomo del dialogo che chiede il dialogo». È il ritratto che propone del Santo Padre Peter Seewald, in Cattolica lo scorso 1° dicembre per presentare il suo libro-intervista Luce del mondo. Il Papa, la Chiesa e i segni dei tempi di Benedetto XVI  (Libreria Editrice Vaticana, 2010).

Alla presenza del cardinale Dionigi Tettamanzi e incalzato dalle domande del direttore di Avvenire Marco Tarquinio, il giornalista tedesco si è soffermato a lungo sulla figura del pontefice, così diversa rispetto a quella che i media disegnano ogni giorno. «Benedetto XVI  non è un fondamentalista né tanto meno un nemico della modernità – ha spiegato Seewald –. Ha risposto a tutte le mie domande e non ha neppure chiesto di conoscere in anticipo il loro contenuto. È un uomo in grado di spiegare con semplicità cose difficilissime, in modo poetico e musicale. Questa intervista è come un concerto in grado di svelare la vera immagine del Papa».

Nei giorni scorsi, i giornali di tutto il mondo hanno ripreso alcune delle risposte rilasciate da Benedetto XVI a Seewald, anche su questioni marginali nell’economia del volume ma che fanno notizia. L’attenzione intorno a quest’opera, tradotta in otto lingue, è dunque forte. L’ateneo di largo Gemelli è stato il primo a ospitare la presentazione, come ha ricordato il rettore Lorenzo Ornaghi, che ha introdotto l’incontro. Sono quattro gli aspetti che, più degli altri, hanno colpito Seewald durante la lunga intervista con il vescovo di Roma: «Anzitutto il modo con cui interpreta il suo servizio in questo momento; poi come tratta la difficile questione del dialogo con l’Islam e l’integrazione; in terzo luogo, il fatto che quest’uomo vede le cose con gli occhi di Dio, un Dio dell’amore che non esclude ma include; infine, mi ha colpito come gestisce il carico di lavoro: “A ogni giorno basta la sua pena”, mi ha detto, “rimani tranquillo, take it easy”».

Il concetto di speranza è al centro, non solo del libro, ma del pontificato stesso di Benedetto XVI. E, come il rettore Ornaghi, anche don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana, ha posto l’accento su questo aspetto: «Mi auguro che questo libro possa passare di mano in mano, di lettore in lettore, perché trasmette, senza timore di smentita, una grande speranza e un grande amore per gli uomini e per Dio».

Il tavolo dei relatori durante l'introduzione del rettore Lorenzo OrnaghiLa pesante eredità di Giovanni Paolo II, il difficile dialogo con l’Islam e gli scandali degli ultimi tempi  hanno messo a dura prova l’immagine di questo pontificato. In tutto il mondo e soprattutto in Germania, come ha ricordato lo stesso Seewald, nulla si perdona a Benedetto XVI e, nel suo Paese di origine, sembra quasi si viva in attesa di un suo errore. Non è dunque un momento facile e su questo aspetto si è soffermato il cardinal Tettamanzi, arcivescovo di Milano e presidente dell’Istituto Toniolo: «L’immagine del Papa che si lascia intervistare a tutto campo è piuttosto inedita nella storia della Chiesa. Di certo non ci aspettavamo questa intervista a Benedetto XVI, di cui si sottolinea spesso la grande riservatezza. Non è un momento facile per la Chiesa, ma il Pontefice non si limita, in questa  intervista, a rispondere alle domande. A sua volta, infatti, ne propone altre ancora più interessanti e rivolte a tutti noi. Da questi interrogativi emerge la sua grande umanità e la sua volontà di testimoniare il volto bello, attraente e materno della Chiesa».