Antonella Sciarrone Alibrandi«Per Educatt è un momento importante: il passaggio alla forma giuridica della Fondazione apre nuove vie, percorribili nel rispetto della tradizione ma con uno slancio creativo nuovo, lo stesso di cui ha parlato il Rettore nel discorso inaugurale dell’anno accademico». Parola di Antonella Sciarrone Alibrandi, professore ordinario di Diritto bancario alla facoltà di Giurisprudenza di Piacenza e dal 2005 direttore del Dipartimento di scienze giuridiche, che succede al professor Agostino Fusconi alla guida di Educatt. Il nuovo presidente di Educatt per il quadriennio 2009-2010/ 2011-2013 spiega gli obiettivi che si propone di perseguire e le nuove proposte dell’ente per il diritto allo studio dell’Università Cattolica.

Come intende lavorare perché Educatt corrispondere pienamente all’articolo 34 della nostra Costituzione? I servizi del diritto allo studio dell’Università Cattolica costituiscono da sempre un momento qualificante della nostra offerta universitaria ma, per riuscire a esserlo in maniera sempre più incisiva, è oggi più che mai necessario proseguire con decisione nella direzione già intrapresa di un colloquio più diretto con lo studente, al fine di percepire e soddisfare adeguatamente le sue esigenze, che sono in continua evoluzione al pari del contesto socio-culturale in cui viviamo. E da un atteggiamento di ascolto può derivare l’opportunità di ripensare alcune delle modalità tradizionali di erogazione dei servizi del Diritto allo studio, come pure quella di introdurre qualche novità dal punto di vista della tipologia di servizi offerti.

Su cosa puntare di più? Direi innanzitutto i collegi, che sono tradizionalmente un fattore di eccellenza all’interno dell’offerta formativa dell’Università Cattolica. È importante che i collegi continuino a essere percepiti dagli studenti non solo come una soluzione abitativa funzionale e poco costosa che consente di frequentare il nostro ateneo agli studenti fuori sede, ma anche come luogo in cui maturare un’esperienza, formativa e di vita, forte. Da questo punto di vista, l’idea di Educatt è quella di investire molto sui collegi, proponendo, in stretto collegamento con l’Ateneo e con i direttori dei collegi, un progetto educativo a tutto campo. Sul modello di una collaborazione già avviata con le Alte scuole attive presso il nostro ateneo, l’obiettivo è quello di proporre ai collegiali seminari esclusivi, corsi (ad esempio di alfabetizzazione finanziaria, di cui c’è molto bisogno tra i giovani), ma anche di lingue, come pure laboratori culturali.

E le mense? Anche l’offerta ristorativa dovrebbe andare oltre il soddisfacimento delle esigenze alimentari degli studenti, trasformandosi in un’occasione di crescita e formazione. In anni come quelli in cui viviamo, dove, specie tra i giovani, sono così diffusi disagi quando non vere e proprie patologie legate all’alimentazione, sarebbe molto importante riuscire a diffondere, tramite le nostre mense, in modo semplice e immediato, una cultura alimentare. Penso a pannelli esplicativi esposti nei locali delle mense, ma anche all’organizzazione di seminari e incontri a tema con specialisti che diano modo agli studenti di riflettere su queste tematiche, così come su quelle del consumo critico e dei prodotti equo-solidali.

Altro capitolo è quello delle attività culturali.Bisogna veicolare un concetto di cultura ad ampio spettro e dare la possibilità agli studenti di interagire con la città in cui si trovano a studiare, cogliendone le opportunità e le proposte culturali: uno degli obiettivi a breve termine è quello di proporre in tutte le sedi un servizio che renda disponibili biglietti a prezzo agevolato per teatri e concerti, in modo che Educatt possa concorrere a far diventare l’Università un polo di irradiazione della cultura.

Come metterà a disposizione di Educatt le sue competenze giuridiche? Certamente nella semplificazione delle procedure amministrative: il colloquio più diretto che si deve instaurare tra l’ente che eroga i servizi e gli utenti degli stessi passa anche attraverso uno snellimento dell’iter burocratico da compiere per accedere ai servizi. È molto importante, a questo proposito, puntare sull’innovazione tecnologica, rispetto alla quale già molto è stato fatto (per esempio alla possibilità di iscriversi on-line al bando di ammissione ai collegi evitando le file interminabili agli sportelli che, in passato, eravamo abituati a vedere), ma ancora molto è da fare, sfruttando al meglio le tante possibilità offerte dalla moderna tecnologia.

Come gestire le differenze tra le varie sedi in cui Educatt opera? Si deve andare senza dubbio verso l’omogeneizzazione del livello dell’offerta in tutte le sedi, fermo restando che sedi differenti possono avere esigenze differenti e quindi il tipo di offerta può e deve cambiare per adattarsi alle esigenze degli utenti delle varie sedi dell’Università. Ognuna delle sedi della nostra università ha infatti sue peculiarità specifiche, che la differenziano dalle altre ed è importante valorizzare e volgere in positivo queste differenze.

Che ruolo può avere la cooperazione internazionale tra gli Enti per il Diritto allo studio nello sviluppo di idee e progetti innovativi? Non si tratta semplicemente di incrementare gli scambi formativi con l’estero e favorire esperienze di nostri studenti all’estero e predisponendo un’adeguata accoglienza ai molti studenti stranieri che già frequentano il nostro ateneo. Quando gli scambi coinvolgono studenti provenienti da Paesi lontani, magari in via di sviluppo, e da esperienze di vita molto diverse è necessario pensare anche a progetti ad hoc, che sappiano sostenere le esigenze specifiche (e non solo di carattere economico) che via via emergeranno. Anche su questo fronte, un ente per il diritto allo studio deve saper dare risposte valide e mirate.