Brescia per due giorni capitale scientifica degli studi sociali sull’ambiente. Il 23 e 24 settembre si è svolto infatti, nella sede di via Trieste dell’Università Cattolica, l’ottavo convegno nazionale dei Sociologi dell’ambiente, un appuntamento biennale di crescente interesse per gli esperti del campo. Organizzato dallo staff del Laris costituito da Enrico Tacchi, Ilaria Beretta e Valerio Corradi, l’evento intitolato “Di fronte ai rischi ambientali: rappresentazioni sociali e green economy” ha coinvolto circa 80 studiosi giunti da ogni parte d’Italia. I temi affrontati hanno riguardato i rapporti di reciproca interdipendenza tra l’ambiente biofisico e le società umane: da una parte la natura è la base inevitabile (anche se talvolta trascurata) dell’agire sociale, dall’altra gli insediamenti e le attività umane hanno modificato in profondità l’ambiente. A ciò che è naturale infatti si sovrappone e si sostituisce l’ambiente artificiale antropizzato: insediamenti urbani, complessi industriali, infrastrutture di rete e impianti tecnologici.

I lavori sono stati introdotti da tre relazioni di base, svolte dai professori Roberto Zoboli, sulla green economy, Giangiacomo Bravo, sui commons, e Giampaolo Nuvolati, sui rapporti tra sociologia ambientale e sociologia urbana. Alle relazioni hanno fatto seguito oltre 60 comunicazioni scientifiche, che nel loro insieme offrono una panoramica ampia ed esauriente dei rapporti complessi e talvolta conflittuali tra ambiente e società. Le comunicazioni sono state presentate e discusse seguendo quattro fondamentali filoni di ricerca, corrispondenti alle quattro sessioni tematiche parallele del convegno.

Il primo campo di indagine ha riguardato la possibilità di sviluppare politiche sostenibili per l'energia nell’ambito della green economy. Sono stati discussi contributi incentrati sullo sviluppo delle fonti rinnovabili in specifici territori (per esempio Scozia, aree del sud Italia) e settori economici (per esempio agricoltura) mettendo in evidenza, accanto ad alcuni aspetti critici, le opportunità connesse a tali iniziative in termini di investimenti, ricadute occupazionali e nascita di nuove professionalità.

Il secondo ambito di ricerca ha messo al centro le esperienze di sostenibilità in ambienti metropolitani e turistici. Il confronto ha riguardato le nuove forme di turismo sostenibile in aree montane e marittime, arrivando a problematizzare i possibili impatti sul territorio e il paesaggio dei nuovi insediamenti urbani e delle attività economiche.

La terza area di approfondimento ha riguardato temi, forme e metodi dell'educazione allo sviluppo sostenibile. I contributi hanno evidenziato la centralità degli interventi educativi in campo ambientale che risultano cruciali per la diffusione di stili di vita e pratiche di consumo sostenibili.

Il quarto e ultimo ambito di confronto ha avuto per oggetto i rischi e i conflitti ambientali. Le relazioni presentate hanno ribadito la necessità di strutturare forme di coinvolgimento dei cittadini nella gestione dei beni ambientali e nelle decisioni attinenti il governo del territorio, mostrando i punti di debolezza delle strategie orientate unicamente a informare anziché coinvolgere. 

Una particolarità di questo convegno, poco frequente in Italia ma molto apprezzata dei partecipanti, è stata la disponibilità immediata di una selezione degli atti al momento stesso del suo svolgimento. Infatti i convenuti hanno potuto avere in mano fin dall’inizio buona parte degli interventi pubblicati a stampa e raccolti in un’edizione speciale della rivista «Culture della sostenibilità». I contributi mancanti saranno diffusi attraverso il numero successivo.

L’iniziativa ha avuto il patrocinio scientifico della Sezione Territorio dell’Associazione Italiana di Sociologia) e dell’Alta Scuola per l’Ambiente dell’Università Cattolica, e un contributo offerto dalla Fondazione della Comunità Bresciana, istituzione attenta ad arricchire il prestigio della città come centro primario di ricerca scientifica e di divulgazione culturale.