Studioso esemplare e maestro illustre per tante generazioni di studenti e colleghi. Con queste parole il prorettore Franco Anelli ha aperto la cerimonia di presentazione degli Studi in onore del professor Mario Romano, che da oltre quarant’anni dà lustro alla scuola di diritto penale dell’Università Cattolica. Laureatosi il 5 luglio del 1961 sotto la guida di Alberto Crespi, Mario Romano nel 1966 consegue la libera docenza, ottenendo l’incarico del corso di Diritto penale commerciale nella facoltà di Economia. Nel 1970 vince la cattedra di Diritto penale e dallo stesso anno è docente all’Università di Messina. Nel 1972 viene chiamato a Firenze, nel 1974 a Pavia e dal 1976 assume la cattedra di Diritto penale II all’Università Cattolica. Per nove anni direttore dell’Istituto giuridico, è stato anche prorettore dell’Ateneo del Sacro Cuore dal 1988 al 1993. La facoltà di Giurisprudenza e l’Istituto giuridico hanno quindi voluto in questa giornata rendere omaggio alla sua lunga e brillante carriera accademica.

Il rigore e la serietà che lo hanno sempre contraddistinto, come pure la partecipazione alla vita della facoltà e l’interesse per lo scambio tra gli studiosi di diverse discipline, sono stati al centro dei saluti di Ombretta Fumagalli Carulli, direttore dell’Istituto Giuridico, nella cui collana gli Studi sono stati pubblicati. Da parte sua, Gabrio Forti, preside della facoltà di Giurisprudenza, direttore del Centro Studi “Federico Stella” sulla Giustizia penale e la Politica criminale e co-curatore dell’opera, ha rievocato la dedizione di Mario Romano, la sua costante disponibilità – professionale, ma prima ancora umana – nei confronti dei colleghi e dei giovani studiosi e il grande esempio, da questi incarnato, di quella nobiltà di spirito che sempre deve caratterizzare chi si dedichi allo studio e al pensiero.

Osservazioni condivise dagli altri due curatori, Marta Bertolino e Luciano Eusebi, entrambi docenti di Diritto penale presso l’Ateneo del Sacro Cuore. La prima ha ricordato la vasta produzione scientifica del professor Romano – undici opere maggiori e oltre settanta articoli e saggi – e la sua indelebile influenza sulla scienza penalistica italiana, mettendo in rilievo l’apporto essenziale del suo Commentario alla ricostruzione di categorie fondamentali del diritto penale. Un’opera, quest’ultima, che il professor Eusebi ha definito paradigmatica dell’assoluto rispetto per i percorsi di ricerca altrui che Mario Romano ha sempre manifestato, del suo impegno all’ascolto e alla sintesi di tutte le posizioni emergenti nella dottrina e nella giurisprudenza penalistica, nonché del rigore metodologico e dello spirito critico che ne rappresentano uno dei principali insegnamenti.

Manfred Maiwald, professore emerito di Diritto penale nella Georg-August-Universität di Göttingen, rievocando il primo incontro con il collega, durante uno dei suoi numerosi soggiorni di ricerca in Germania, ha sottolineato l’impulso da questi dato alla comparazione penalistica. Si è poi soffermato sul suo grande contributo alla transizione da un modello retributivo della pena a teorie imperniate sul principio di rieducazione e sulla tutela di beni giuridici radicati nel concreto sentire sociale, in coerenza con l’impostazione laica e liberale dello stato di diritto disegnato dalla Costituzione, e sulla sua attenzione per la politica criminale, combinata con un rigoroso approfondimento dei fondamenti teorici e di filosofia del diritto sottostanti alle normative vigenti.

Aspetti ripresi anche da Francesco Palazzo, docente di Diritto penale nell’Università degli Studi di Firenze, e qui collega per alcuni anni del professor Romano, del quale ha delineato la nobile concezione del magistero penale e il senso di responsabilità nei confronti della formazione dei giovani, dell’istituzione universitaria, del compito di fornire alla pratica del diritto strumenti teorici di alto livello e principi rigorosi. Sotto questo profilo, ha sottolineato la centralità delle garanzie liberali e dell’essere umano – tanto quale oggetto della tutela penale, quanto quale autore di reato – in tutta l’opera di Mario Romano, perfino nell’affrontare l’apparentemente arido diritto penale dell’economia.

Su quest’ultimo ambito, così a lungo e magistralmente dissodato dal festeggiato, si è soffermato Sergio Seminara, docente di Diritto penale nell’Università degli Studi di Pavia, che ha ricordato le opere dell’onorato che maggiormente hanno inciso sugli orientamenti legislativi, giurisprudenziali e dottrinali, spesso precorrendoli di molti decenni, ad esempio in tema di conflitto di interessi e infedeltà dell’amministratore, di corruzione privata e tecniche alternative di repressione penale, di insider trading e disciplina penale dei mercati finanziari.

Unanime è stato l’auspicio di una sua costante presenza nel mondo degli studi anche dopo l’ormai prossima uscita di ruolo. Infine il professor Romano – dopo aver ricevuto in dono i quattro volumi che raccolgono i contributi dei tanti studiosi che in questo modo hanno voluto rendergli omaggio – ha raccontato alcuni episodi legati alla sua carriera, di studente e collegiale prima, di studioso e docente poi, nell’Università Cattolica e, visibilmente commosso, ha salutato e ringraziato la propria famiglia e tutti i colleghi intervenuti.