L'intervento del ministro della Salute Balduzzi in aula Brasca a Roma«L’eccellenza in sanità deve fare inevitabilmente i conti con la limitatezza delle risorse, soprattutto in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo», ha affermato il ministro della Salute Renato Balduzzi ospite dell’incontro Sobrietà ed eccellenza in campo sanitario, che si è svolto il 10 maggio scorso nell’aula Brasca del Policlinico universitario “A. Gemelli”. Il seminario ha aperto il nuovo ciclo di incontri culturali “Nel cuore della realtà”. Conversazioni in Cattolica finalizzati a promuovere occasioni di confronto e dibattito all’interno della comunità dell’Università Cattolica di Roma.

Ad aprire i lavori Franco Anelli, prorettore vicario dell’Università Cattolica. Hanno discusso con il ministro i presidi della facoltà di Medicina Rocco Bellantone e di Giurisprudenza Gabrio Forti. L’incontro è stato introdotto da Paolo Maria Rossini, direttore dell’Istituto di Neurologia della Cattolica di Roma, che ha presentato il curriculum del professor Balduzzi, docente di Diritto costituzionale alla facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo a Milano.

«Il rigore nei conti non è alternativo alla qualità, piuttosto ne è una sua declinazione - ha dichiarato il ministro -. In sanità, in particolare, non possiamo ridurre tutto a una questione economica. Obiettivo ideale di una struttura sanitaria è saper mantenere insieme il concetto di eccellenza e qualità con quello di sobrietà e moderazione. Non esiste l’eccellenza assoluta, né la sobrietà “cieca” dei tagli al personale e alle risorse. L’eccellenza si raggiunge quando si hanno elevanti standard di qualità dei servizi e delle prestazioni fornite, tenendo ugualmente conto dei criteri di appropriatezza per evitare inutili costi e sprechi».

Un concetto già anticipato, ma in modo più conciso, nell’intervento del prorettore Anelli, che ha spiegato come «il vero traguardo sia saper coniugare il concetto di eccellenza con quello di sobrietà. Conseguire e conservare un livello di qualità alto, ma mantenerlo con temperanza e moderazione è un programma davvero elevato e ambizioso».

La sanità «la sua spending review la fa da tempo. Tutto il sistema dei piani di riqualificazione e di rientro, in questi anni, è un modo per incentivare una revisione costante della spesa», ha sottolineato il ministro Balduzzi. «Il comparto sanitario - ha proseguito - accetta questa sfida perché è in grado di rispondere positivamente». Quanto alle voci di spesa da rivedere per Balduzzi «bisogna fare in modo che gli acquisti vengano fatti con oculatezza e secondo prezzi medi di riferimento, evitare duplicazioni di strutture organizzative e di scelte amministrative, cioè tutto ciò che appartiene alla normale diligenza di un padre di famiglia, che in questo caso è un'Asl, una Regione e lo Stato nel suo insieme». Il ministro ha ribadito che «si va in questa direzione, facendo ognuno la propria parte, senza scorciatoie né forzature».

Gabrio Forti, docente di Diritto penale e Criminologia, ha arricchito la discussione portando l’attenzione su un tema assai rilevante quale il cosiddetto fenomeno della “medicina difensiva”, comportamento sempre più frequente soprattutto tra i chirurghi italiani, che si pone come punto di incontro tra sobrietà, dunque moderazione, eccellenza e appropriatezza dei trattamenti. Forti ha descritto l’operato del Centro studi “Federico Stella” sulla Giustizia penale e la Politica criminale, da lui diretto, che ha elaborato una proposta di legge in merito alla responsabilità penale nell'ambito dell'attività sanitaria e della gestione del contenzioso legato al rischio clinico. «La medicina difensiva - ha spiegato il giurista - si verifica quando il medico ordina esami, procedure o visite, oppure evita pazienti o procedure a rischio principalmente per ridurre la propria esposizione al contenzioso legale». A tale proposito, Rocco Bellantone, chirurgo endocrino del Gemelli, ha portato il punto di vista dei medici e ha sottolineato il valore del progetto, che ha la potenzialità di ricostruire in termini umanistici il rapporto tra medico e paziente e di cambiare il paradigma secondo cui l’intervento medico viene considerato un atto non finalizzato alla cura ma potenzialmente lesivo della persona. «Spero si arrivi presto ad una norma sulla medicina difensiva – ha concluso il ministro della Salute -. Da tempo stiamo studiando un modo per aiutare il sistema e i professionisti ad avere un equilibrio virtuoso tra la giusta necessità di ristoro da parte di chi è stato danneggiato e, allo stesso tempo, la serenità del professionista sanitario, che deve poter agire in scienza e coscienza, senza vincoli e non sotto l'incubo di una condanna penale».