“Nel mezzo del cammin di nostra vita...” ci ritrovammo presso l'Università Cattolica di Brescia, in una felice combinazione di amici studiosi, nella sala della Gloria di via Trieste 17, venerdì 6 dicembre, per la giornata di studi “Franca Brambilla Ageno” dal titolo La Commedia di Dante verso una nuova edizione.

La giornata si è aperta con un omaggio a Franca Brambilla Ageno e ai suoi familiari, che hanno generosamente contribuito ad ampliare la biblioteca universitaria, donandole molti volumi della grande studiosa, e con l’augurio di Mario Taccolini, direttore del dipartimento di Scienze storiche e filologiche. A seguire Andrea Canova, organizzatore dell’evento, ha sottolineato l'importanza di affrontare la tradizione della Commedia di Dante non tanto con un atteggiamento nozionistico e statico, ma piuttosto con dinamismo, costruendo nuove ipotesi critiche.

I lavori hanno preso avvio con la presentazione del libro Nuove prospettive sulla tradizione della Commedia (2008-2013), a cura di Paolo Trovato e Elisabetta Tonello, Padova, Libreriauniversitaria.it, 2013: Marco Giola, docente di Filologia italiana alla sede bresciana dell’Università Cattolica, ha illustrato i saggi inclusi nel volume e scritti da Andrea Canova, Mirko Volpi, Elisabetta Tonello, Eugenio Mecca, Paolo Trovato e Gian Paolo Renello.

Nel confronto tra le varie prospettive si è giunti a un’intenzione comune: la rivisitazione critica dell’edizione di Giorgio Petrocchi, pubblicata tra il 1966 e il 1967, considerata fino ad ora un assioma inviolabile. Nell'analisi della tradizione della Commedia, infatti, egli si era affidato quasi esclusivamente a manoscritti fiorentini, e in particolare al codice 1080 conservato alla Biblioteca Trivulziana di Milano.

Paolo Trovato, dell’Università di Ferrara, che da dodici anni lavora a una nuova edizione critica della Commedia, ha assunto un punto di partenza opposto: pensa infatti che le testimonianze settentrionali abbiano un ruolo maggiore, se non protagonista, nella tradizione, e infatti colloca nell’Italia del nord, dove Dante compose il poema e morì, tutta la parte più antica e più significativa della diffusione del testo.

La questione della contaminazione nella Commedia si apre inoltre ad altri orizzonti problematici: considerato che non esistono manoscritti autografi di Dante e che le molteplici copie postume della sua opera presentano varianti significative e mescolate tra loro, si è reso necessario sviluppare nuovi metodi di analisi filologica.

Nella seconda parte della giornata si sono così illustrati i nuovi metodi adottati da Trovato e dalla sua équipe per la ricerca. Data l’enorme quantità di manoscritti su cui lavorare è nata l'esigenza di un supporto tecnologico per agevolare il confronto tra le varie copie: il primo metodo utilizzato prevedeva di trascrivere manualmente i manoscritti sul computer e, mediante l'ausilio di Excel, confrontare gli errori e le affinità caratterizzanti i vari “gruppi familiari” dei codici. In seguito, attraverso la collaborazione con alcuni informatici dell’Università di Ferrara, si è sviluppato un software in grado di archiviare e distinguere autonomamente le “famiglie”, partendo dalle lezioni significative e risparmiando molto tempo.

Il nuovo programma informatico non sostituisce l’intelligenza del filologo, ma costituisce un aiuto prezioso per la classificazione e la costruzione degli stemmi, in un caso come quello della Commedia, che impone allo studioso di misurarsi con più di 600 testimoni completi. E l’apporto della tecnologia ha permesso all’équipe di Trovato una scrematura notevole: l’ipotesi di lavoro che va sviluppandosi si concentra infatti su una decina di manoscritti.

Ma ogni lavoro si può migliorare e dunque anche la futura edizione critica non ha tanto la pretesa di imporsi come nuova “verità assoluta”, quanto il desiderio di riaprire il dibattito sul capolavoro dantesco e condurre i lettori moderni ancora più vicino alla volontà del suo autore.