Anagrammando la parola Erasmus otteniamo il verbo s’amuser, che in francese significa divertirsi. Chi potrebbe negare che sia così? Certo, il mio Erasmus di sei mesi a Nizza non è stato solo questo. È stato un compendio di sentimenti, di emozioni, di rapporti, di sensazioni. E il teatro ha fatto da sfondo a tutto questo: nove ore a settimana di pratica teatrale, più le ore di lezione teorica. Sicuramente all’inizio non è stato affatto facile, considerando che già per la seconda settimana di lezione dovevo prepararmi due testi a memoria da recitare davanti ai compagni. Una vera sfida per me, a digiuno dal francese ormai da anni. Ma che grande soddisfazione poi vedere premiati i miei sforzi con dei voti più che buoni, per non parlare dei ripetuti complimenti di professori e compagni. O forse venivo “coccolata” solo per il fatto di essere l’unica studentessa Erasmus all’interno del corso di laurea in Etudes theatrales. I corsi di “Pratique de l’acteur”, di “interpretation théatrale” e di Commedia dell’Arte non hanno fatto altro che aumentare la mia già grande “fame di palcoscenico” assieme alla passione per il teatro che ormai da anni mi accompagna.

Ma l’Erasmus non è nemmeno solo studio. È anche relazioni, confronto, crescita, arricchimento. Esattamente come in teatro, anche in questo esperienza all’estero bisogna mettersi in gioco ed essere pronti a tutto: pronti ad affrontare le infinite burocrazie dell’università, pronti ad assaporare la vita in convivenza con gente da tutto il mondo, pronti a vedere ogni giorno volti nuovi e posti nuovi, pronti ad ascoltare storie, pronti a cambiare prospettiva. Non è solo imparare una lingua o fare degli esami, è anche vivere esperienze nuove nel quotidiano: imparare a cucinare, a fare la lavatrice, a gestirsi in modo completamente autonomo.

Inoltre a Nizza essere studente conviene: agevolazioni economiche, attività sportive, feste universitarie. Insomma una città su misura per chi sceglie di studiare. Per non parlare del meraviglioso clima della Costa Azzurra, che ti permette di andare in spiaggia ogni giorno fino a metà novembre.

E per quanto riguarda i francesi, si tende di solito a pensare che non siano tra i più socievoli, e non smentirò questo luogo comune nonostante sia per forza di cose una generalizzazione: è vero, tendenzialmente sono piuttosto chiusi e sembra non vogliano esporsi, ma se viene data loro occasione si rivelano persone estremamente disponibili e aperte. Inoltre hanno un grande amore per la propria nazione, ne sono orgogliosi e lo sottolineano non appena possono. In ogni caso, sia tra i francesi che tra gli altri studenti europei ho sempre incontrato persone meravigliose che hanno avuto la pazienza di aiutarmi, sostenermi, divertirmi ed accompagnarmi in questo breve ma intenso percorso.

Quando sei in Erasmus ogni giorno diventa speciale, in un modo o nell’altro: per ogni parola nuova che impari, per ogni persona che conosci, per ogni attività che svolgi ti si apre davanti un mondo, ogni volta fai una scoperta che lascerà un segno indelebile nel copione della tua vita.

* 21 anni di Padenghe (BS), iscritta al terzo anno dello Stars