di Elisabetta Dall’Ava *

Elisabetta Dall'Ava (la ragazza di origine brasiliana, terza da sinistra) con le compagne del programma a LansingMattina della partenza: ansia, paura di lasciare il proprio ambiente, lacrime in gola e 26 kg di sogni nella valigia. Commento finale: Me-ra-vi-glio-so! Arrivati al Michigan State University (Msu) campus – East Shaw Hall Dorms – abbiamo avuto subito alcune sorprese: niente bagno in camera e uno dei letti era a castello, senza la scala per arrivare alla torre. Non pensavo che mi sarei mai adattata invece è stata un’esperienza unica, bellissima che ci ha impegnato tanto, a volte fino alle 2 di notte per completare progetti o letture assegnate per il giorno successivo. Ci ha anche fatto crescere molto e sviluppare un grande senso di problem solving, tipico della concezione americana.

Il progetto principale chiedeva di sviluppare una campagna di integrated marketing  communication per pubblicizzare un piccolo teatro di Lansing. L’obiettivo era far conoscere il BoarsHead Theater a un pubblico più giovane attraverso una pubblicità più mirata. È stata una bella sfida perché avevamo un budget molto ridotto. Abbiamo perciò dovuto tirare fuori tutta la nostra creatività per risolvere il “problema” nel migliore dei modi e posso dire che abbiamo completato la missione in modo egregio. I professori si sono complimentati molto con noi ma la soddisfazione maggiore è stata quando il direttore del teatro ha detto che avrebbe usato alcune della nostre idee nelle prossime campagne pubblicitarie. Il lavoro è stato duro ma lavorare in gruppo per tre settimane ha sviluppato in noi una capacità di collaborazione molto forte. Tutto era fatto in gruppo e questo ha generato una grande tolleranza, creando anche amicizie e complicità fortissime.

Uno dei tanti scoiattoli che passeggiano nel campus della Michigan State UniversityCon la lingua non ho avuto nessun tipo di problema perché sono quasi madrelingua inglese ma ho visto i miei compagni migliorare rapidamente perché a lezione venivamo sempre coinvolti e spronati a parlare. Abbiamo imparato molti vocaboli della comunicazione aziendale e anche del linguaggio quotidiano americano. Nei pochi momenti liberi c’è stato anche il tempo per fare shopping al Meridian Mall o all’International Center, il negozio che vende tutte le cose degli Spartan, la squadra di Football e Basketball della Msu. Prezzi bassi e marche inesistenti in Italia ci hanno “costretto” a fare razzia. Molto divertente anche assistere alla partita di Baseball: un ambiente di gioco molto diverso da quello italiano, dove le parole d’ordine sono condivisione, libertà e rispetto. Tra Hot Dog, hamburger giganteschi, pop Corn  e bibite durante i breaks abbiamo anche ballato il “Qua Qua Qua” con la mascotte!

I tre giorni a Chicago sono stati stupendi perché ci siamo trovati in una città enorme con grattacieli imponenti, abituati invece a East Lansing dove tutti gli edifici sono bassi e immersi nel verde con gli scoiattoli che ti tagliano la strada mentre sei in bici. L’urlo dei clacson, le mille luci notturne e la Magnificent Mile – la Monte Napleone di Chicago - il party in Limousine ci ha permesso di staccare, di riposarci e divertirci. Siamo anche andati a visitare una PR firm molto prestigiosa, la Edelman, che ha scatenato in noi la voglia di entrare subito nel mondo del lavoro.

Un’esperienza come questa ti cambia la vita, ti avvicina in modo divertente al mondo del lavoro, ti permette di crearti nuove amicizie e di intrattenere relazioni che un giorno potrebbero tornarti utili. Ti fa scoprire un nuovo modo di studiare e di apprendere concetti nuovi in un campus meraviglioso, immerso nel silenzio e nel verde. È un’esperienza che sicuramente rifarei ma che consiglio a chi come ha voglia di scoprire in compagnia dei propri amici cosa ti offre studiare oltre oceano.

* 23 anni, nata in Brasile, iscritta al primo anno fuori corso della laurea in Esperto linguistico d'impresa, facoltà di Scienze linguistiche, sede di Milano