di Gloria Somaini *

Si dice che le cose belle siano più difficili da conquistare e forse non è un caso che per andare in Australia si debba passare un giorno intero in aereo. Non ho chiuso occhio, su quel volo. Quando ho ricevuto la mail che mi annunciava che ero stata selezionata per il bando Waati (Western Australia Association of Teachers of Italian) come assistente di insegnamento della lingua italiana, non potevo immaginare quanto i mesi seguenti mi avrebbero arricchita e cambiata. 

Svegliarsi all'alba e andare in spiaggia a leggere e guardare chi, più coraggioso di me, faceva surf tra onde e delfini. Poi correre a casa, farmi la doccia e andare a scuola, dove ogni giorno cercavo di imparare e insegnare allo stesso tempo. Al pomeriggio andare a Perth per incontrare gli amici per una birra al pub della University of Western Australia o una serata in discoteca. Anche la cultura non mancava e per fortuna era anche gratis, come per il Museum of Western Australia, dove un gentilissimo custode canuto mi ha svelato tutti i segreti del preziosissimo diamante rosa.

Nel weekend erano immancabili i barbecue, che gli australiani chiamano affettuosamente barbie, mentre ci si abbronzava con i piedi immersi in piscina, durante giornate che sembravano non dover finire mai. Le domeniche le passavo sdraiata sulla sabbia della spiaggia di Cottesloe, dove più di una volta mi è capitato di veder nuotare i delfini a una decina di metri dalla riva. 

Ho incontrato persone che mi hanno arricchita, ciascuna in modo diverso, ognuna di loro mostrandomi un modo di vivere la vita opposto rispetto a quello italiano, se non europeo. Ho vissuto in un Paese dove gli sconosciuti ti sorridono, dove le persone che incontri al bar attaccano discorso senza altri fini se non quello di conoscere gente nuova, dove al mattino il conducente del pullman ti augura una buona giornata. Ho camminato di notte per strade in cui le ragazze non sapevano cosa significasse dover aver paura di tornare a casa da sole. 

Mi sono recata al nord per una decina di giorni, con una coppia di amiche che sono venute a trovarmi dall'Italia. Una mattina ci siamo svegliate prima dell'alba e quando ho buttato la testa fuori dalla tenda mi sono accorta che un cucciolo di canguro stava brucando l'erba a meno di un metro da noi. Poi ho sollevato lo sguardo e ho visto la via Lattea che ci illuminava, mentre lo sciabordare delle onde si faceva sempre più forte. È stato senza dubbio uno dei momenti più belli della mia vita.

Un giorno, a poche settimane dal termine del mio periodo di internship, ho ricevuto una chiamata da Sydney: era un editore che aveva ricevuto il mio Cv e mi proponeva un periodo di lavoro nel suo giornale. Così, dopo pochi giorni e molti saluti sono volata sulla costa orientale e ho ricominciato da capo, di nuovo. Ho vissuto a Bondi Beach, paradiso dei surfisti, con due ragazze stupende che ancora adesso sento quotidianamente e che mi hanno permesso di vivere Sydney da locale e non da semplice turista. Con loro ho mangiato lo squisito frozen yogurt che ogni volta ci divertivamo a ricoprire di M&M's e cioccolato; ho gustato un aperitivo davanti all'Opera House e ho spalancato gli occhi come una bambina di fronte ai meravigliosi fuochi d'artificio che hanno illuminato noi e tutta la baia, ho visitato i Royal Botanic Gardens e mi sono sdraiata sull'erba incontaminata a leggere per ore, mentre il sole mi scaldava la pelle. Ho mangiato i noodles a Chinatown, dopo aver passato alcune ore di pace assoluta nel giardino dell'amicizia, regno del feng shui e del silenzio. Le opere d'arte dell'Art Gallery of New South Wales, peraltro dall'ingresso gratuito, mi hanno stregata, mentre quelle del Contemporary Art Museum hanno saputo lasciarmi senza parole per la loro novità e spregiudicatezza. 

I sei mesi che ho passato vivendo nel continente australiano mi hanno resa una persona migliore, arricchita dal punto di vista umano, più fiduciosa nel mondo e nel futuro. È stata, finora, l'esperienza più importante della mia vita.

* 28 anni, di Busto Arsizio (Va), secondo anno della laurea magistrale in lettere moderne per l'editoria, facoltà di Lettere e filosofia, sede di Milano