Flavia Sisto all'American Film Institute FIlm Festival«Non c’è niente di meglio che partire da zero e riuscire a farcela da soli»: Flavia Sisto, studentessa ventiduenne barese dell’università Cattolica, parla così alla fine della sua lunga avventura che da Milano l’ha condotta fino a Los Angeles, ai piedi dell’imponente collina di Hollywood. Flavia è partita nel novembre del 2009 con il progetto Late, il programma Language Training Experience, e si è ritrovata in California, per la precisione a San Diego. L’esperienza l’ha completamente cambiata, le ha aperto una prospettiva diversa e, soprattutto, l’ha fatta innamorare degli States. Da qui l’idea di optare anche per il programma della Cattolica “Tesi all’estero” per completare il suo lavoro sul lancio di un prodotto cinematografico. «Inizialmente mi ero orientata su Cinecittà, a Roma, per ottenere interviste e altri materiali utili per me, ma avevo dentro il forte desiderio di tornare in America. Volevo osare di più e così, parlando con il professor Armando Fumagalli, ho pensato che forse sarebbe valsa la pena di tentare di arrivare fin dentro gli studi cinematografici più importanti del mondo».

Con questo sogno, Flavia ha cominciato a fare progetti, a lavorare per mettere da parte i soldi, a cercare contatti a Los Angeles, per avere la certezza di entrare, in qualche modo, nel dorato mondo degli Studios. «In Italia, però, nessuno mi ha dato garanzie, nessuno mi ha dato risposte precise e allora, ho pensato di andare lo stesso, di partire da sola e di trovare lì un modo per riuscire nel mio intento». «Molti hanno creduto in me - racconta Flavia ancora con l’emozione nella voce - ma molti altri, invece, mi dicevano che non ce l’avrei mai fatta. E io, al contrario, mi convincevo ancora di più di volerlo fare. Il professor Fumagalli è stato un prezioso aiuto, mi ha dato coraggio pur confermandomi che l’impresa sarebbe stata molto difficile».

Dopo mesi di preparazione, il 4 ottobre 2010 Flavia Sisto è partita alla volta di Los Angeles alloggiando presso una famiglia di Santa Monica. «Mentre ero lì, il professor Fumagalli mi ha suggerito di contattare l’Afi, l’American Film Institute, ed è così che ho scoperto che stavano cercando volontari per lavorare a un evento». Dopo una settimana, Flavia è stata contattata dal manager che le ha chiesto di mandarle il curriculum per poterla meglio collocare all’interno del Festival. «Mi hanno messo a lavorare come hostess al Roosevelt Hotel dove, ogni sera, dopo la presentazione dei film, facevano un gran gala con tutti gli attori, i produttori, i registi, i vip di Hollywood. Una grande occasione per me per avere contatti».  In quei giorni, Flavia è riuscita a visitare i Warner Bros Studios, pagando il biglietto come tutti i turisti, ma il suo obiettivo era la 20th Century Fox. «Sono arrivata al villaggio della Fox e sono riuscita a parlare con alcune persone cui ho spiegato il mio progetto di tesi. Sono stati tutti molto gentili, ho trovato in loro una seconda famiglia - ricorda Flavia -. Mi hanno aiutato perché mi hanno consentito di partecipare a tutte le sessioni di registrazione e post-produzione dei film in lavorazione. Ho conosciuto il compositore Hans Zimmer, il produttore James Brooks, Alan Majerson, fonico e mixer del film “Come lo sai”, Chris Ladesma, editore musicale dei Simpson, Tim Lauber, operatore cinematografico, e tanti altri». «Ho avuto la possibilità di vedere da vicino il lancio pubblicitario di un film, il progetto di marketing. È stato magnifico», racconta.

Flavia è tornata in Italia il 21 dicembre piena di video, foto, interviste per la sua tesi, ma soprattutto ricca di innumerevoli esperienze che l’hanno cambiata e le hanno aperto nuove porte. «La Cattolica - conclude - mette a disposizione degli strumenti preziosi che gli studenti devono imparare a sfruttare al meglio. Consiglio a tutti i colleghi di fare questo tipo di esperienze». Flavia si laureerà a giugno in Scienze linguistiche, ma intanto dalla Fox le hanno già proposto uno stage di sei mesi. A settembre volerà di nuovo ad Hollywood, da dottoressa.