di Edoardo Colombi e Simone Schiavi *

«When I die Dublin will be written in my heart». Lo disse Joyce, lo potremmo dire anche noi. Eravamo appena matricole e non sapevamo che di lì a poco avremmo preso una delle decisioni migliori della nostra vita. Era autunno quando, per curiosità o per necessità linguistiche ci siamo iscritti al corso di lingua Late. Dublino. Così iniziava il fatidico count down per la nostra esperienza irlandese. In un attimo arrivò il momento della partenza: un velo di mistero ricopriva quest'avventura, un po' di timore per le lezioni che avremmo perso, ma tanta voglia di immergerci in una realtà per lo più sconosciuta e diversa dalla nostra.

La nostra esperienza irlandese, durata purtroppo solo un mese, ha preso l'avvio con la conoscenza delle nostre host family: chi un cagnolino poliglotta e chi una famiglia un po' conservatrice, ognuno aveva la sua simpatica stravaganza da raccontare già dopo le prime  ore dai rispettivi approdi. Di lì a poco entrammo nella mentalità del posto; una volta conosciuti anche i nostri compagni di classe, ci sentivamo ufficialmente "inseriti".

La scuola diventò rapidamente la nostra seconda casa; i nostri "classmates" provenivano da tutto il mondo e ogni momento era buono per confrontare i propri usi e costumi in un inglese che prendeva tutti gli accenti possibili del momento. La mattina eravamo a scuola e, subito dopo pranzo, ci aspettava quotidianamente il nostro giro in città tra pub e giardini pubblici. Insomma, una vita meravigliosa in un clima di amicizia e di apertura che caratterizza questo Paese. Ma l'Irlanda non è solo Dublin; infatti durante il nostro soggiorno abbiamo avuto diverse opportunità di visitare l'isola: dalle Giant's Causeway, nell'estremo nord, a Cork, nel profondo sud, fino alla sponda opposta dell'isola rispetto a Dublino, la bellissima Galway affacciata sull'oceano, nell'Irlanda più "verde" che ci sia.

Abbiamo trovato una realtà non così dissimile dalla nostra. La vocazione internazionale della scuola e la disponibilità di professori e famiglie hanno posto le basi per una tranquilla e indimenticabile esperienza. Al nostro rientro gli esami non sono stati un problema e il mistero di cui parlavamo si è trasformato nella la certezza di Joyce: Dublino è unica come lo sono i dubliners e nel nostro cuore non c'è una semplice scritta, c'è una vera e propria incisione.

* Edoardo, 20 anni, secondo anno di Economia e legislazione d'impresa; Simone, 21 anni, secondo anno di Economia e gestione aziendale facoltà di Economia, sede di Milano