di Davide Gelli *

C'è una profonda differenza tra viaggiare fotografando e viaggiare. Spesso le due cose possono essere confuse, le foto divengono una parte accessoria del viaggio da far sorbire agli amici una volta tornati, ma alla base ci sono due attitudini completamente diverse. Partendo per la mia esperienza di volontariato a Panama ho scelto di vivere gran parte dell'esperienza dietro l'obiettivo. La fotografia ha un potere speciale nei confronti di popoli non abituati a un mondo connesso come il nostro, la vanità infatti è una caratteristica ben diffusa e presente in tutti, e quindi l'utilizzo di una macchina fotografica spesso abbatte barriere linguistiche e culturali che difficilmente si riesce a scalfire con altri strumenti, la gioia di far vedere la foto appena scattata al bambino sorridente che raramente si è visto allo specchio è qualcosa che avvicina due culture profondamente diverse. Per questo ho deciso di raccontare per immagini le mie tre settimane. Oltre a queste, porto con me moltissime “fotografie mentali”, scattate in momenti in cui è meglio vivere la situazione con tutta la spontaneità possibile senza perdere il momento pensando ad altro. Perché dietro ogni scatto dell'otturatore, se davvero si pensa alla fotografia come a un modo di vivere una situazione, spesso c'è uno status mentale, e una voglia di raccontare una situazione secondo il tuo modo di vederla.

"© Davide Gelli, All Rights Reserved."Le due facce di un paese - Da una parte grattacieli da miliardi di dollari a Panama City, spesso comprati solo a titolo di investimento immobiliare non per abitarci, e alla base di questi i rarissimi pedoni della capitale costretti a fare lo slalom tra auto posteggiate e pozze di fango a causa della quasi totale assenza di marciapiedi. Dall'altra la prima cosa che impari dalla regione popolata dagli indios Ngäbe-Buglé: le distanze sono relative, così come il tempo e ogni concezione occidentale della vita. Rimani sbalordito infatti, quando incontri bambini di 5 anni farsi tre o quattro ore di cammino alle prime luci dell'alba per raggiungere la scuola, o racconti di nostri “colleghi” al lavoro nei campi, capaci di farsi due giorni di cammino per scendere dalla cordigliera per venire al lavoro in fondazione.



"© Davide Gelli, All Rights Reserved."L'infanzia della comarca - I Bambini credo che fossero l'emblema della Comarca Ngäbe-Buglé, è incredibile vederli camminare scalzi per i terreni scoscesi della cordigliera o tutti in fila al rientro da scuola, fieri della loro divisa seppur sporca, o del loro abito tipico coloratissimo, perfettamente a loro agio e sempre con il sorriso, in un posto dove la natura è tutt'altro che clemente con l'uomo. Erano sicuramente i soggetti che più si prestavano alla fotografia, il loro sorriso quando potevi mostrargli la foto dopo lo scatto, è una delle “fotografie mentali” che più mi è rimasta impressa di questo viaggio.



"© Davide Gelli, All Rights Reserved."La fondazione - Credo che sia lo scatto più rappresentativo del “Centro de Capacitacion Nuestra Señora del Camino”. La maternità in luoghi come questi dove il tasso di natalità è elevato, se non viene affrontata in modo adeguato può rappresentare un problema. La foto raffigura una parte del corso che la fondazione propone alle donne, affinché dopo il parto imparino a pesare i propri figli e possano occuparsi al meglio di loro, capendo che la mancanza non solo di una dieta equilibrata e varia, ma in molti casi la mancanza del cibo stesso comporta una denutrizione dei neonati e conseguenti problemi di salute.



"© Davide Gelli, All Rights Reserved."Contrasti - Queste foto sono una continuazione delle prime due ed esprimono il contrasto a Panama tra il bisogno di modernità e la ricerca di una solitudine voluta all'interno della Comarca. Gli Ngäbe-Buglé si sono adattati perfettamente al territorio della cordigliera, dove spesso le nuvole possono essere a un livello più basso del tuo e puoi scambiarle per nebbia. Volontariamente questo popolo non costruisce le proprie capanne a breve distanza l'una dall'altra, ma a centinaia di metri di distanza, e questo fa sì che la popolazione sia estremamente dispersa nonostante il territorio della riserva non sia vastissimo. Mentre a Panama city la rapida urbanizzazione non ha permesso di poter interrare i cavi elettrici che rimangono tutt'oggi scoperti.

* 22 anni, di Vercelli, laureando del corso di laurea in Economia dei mercati e degli intermediari finanziari, facoltà di Scienze bancarie finanziarie e assicurative, collegio Augustinianum