di Michele Materni *

«L’America è la terra delle opportunità», recita uno dei più famosi slogan ripetuti negli Stati Uniti e in tutto il mondo. Per me, è molto di più: è una realtà che vivo ormai quotidianamente. La storia comincia nel 2005 quando, studente del terzo anno della facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica, mi sono aggiudicato un placement nel programma di scambio ISEP Network, sperimentato proprio in quell’anno per la prima volta da UCSC International. Era in effetti da un po’ di tempo che coltivavo il desiderio di trascorrere un periodo negli Stati Uniti – dove non ero mai stato – e questa sembrava l’opportunità ideale. Una volta arrivato a Knoxville, Tennessee, mi sono subito innamorato. Dopo i primi due mesi trascorsi alla University of Tennessee–Knoxville ho trasformato il mio scambio di sei mesi  in un intero anno accademico di permanenza.

Non sapevo, quando ho lasciato gli States per tornare a Milano e portare a termine i miei studi, se e quando sarei tornato oltreoceano. Rientrato in Cattolica, mi sono presto riambientato, seppur con un po’ di nostalgia, alla vita che avevo lasciato in sospeso al momento della partenza: le lezioni, la preparazione degli esami, la collaborazione con il professor Federico Stella. È proprio il compianto e amato maestro che, per la prima volta, mi ha messo in testa l’idea di studiare a Harvard: «Michele, preparati a prendere il Toefl – mi diceva –, che poi devi andare a Harvard». Al momento non ci facevo caso più di tanto: pensavo che si trattasse, più che altro, di un modo affettuoso per spronarmi a dare il meglio di me. Quella frase, tuttavia, ha assunto un suono diverso in seguito alla prematura scomparsa del professor Stella, avvenuta l’8 luglio 2006: allora quelle parole, più che una semplice esortazione a fare bene, iniziavano a suonare come un vero e proprio invito a “rilanciare, volando alto”, come avrebbe detto lui. Da invito, le parole si sono trasformate in progetto, un progetto ambizioso che ha preso il via successivamente al conseguimento della laurea magistrale in Giurisprudenza, avvenuta nell’aprile 2008.

Il 23 marzo 2010 è arrivata la tanto agognata lettera dal Graduate Program della Harvard Law School: «Dear Michele Materni, congratulations…». E così, nell’agosto di quello stesso anno, cominciava un nuovo viaggio, che è ancora in corso. Un anno eccezionale. Quando qualcuno mi chiedeva che cosa pensassi dell’esperienza che stavo vivendo, rispondevo senza esitare: «Venire a Harvard è stata la migliore decisione della mia vita». È stato un anno felice, seppur faticoso. Ed è proprio nella tradizione del “volare alto” che, una volta qui ad Harvard, ho preso la decisione di fare domanda per entrare nell’S.J.D. Program, un percorso di studi simile a un dottorato, anche se di più lunga durata (tra i 5 e i 7 anni) che conferisce il più alto titolo in diritto, quello di Scientia Juris Doctor, e che prepara gli studenti alla carriera accademica.

È stato il 1° giugno 2011 che ho ricevuto la lettera di ammissione all’S.J.D. Program. L’emozione di essere uno dei dieci ammessi dalla LL.M. Class of 2011 è stata indescrivibile. Ho visto il mio sogno avverarsi: la porta per intraprendere la carriera accademica, con l’ambizione di diventare un giorno professore, era aperta. Di nuovo ad agosto – questa volta, 2011 – è ricominciato, o meglio, proseguito il viaggio che avevo intrapreso un anno prima.

Questo primo semestre nell’S.J.D. Program è stato ricco di soddisfazioni, sia per la possibilità di seguire corsi tenuti da docenti che figurano tra i massimi esperti al mondo nella materia che insegnano, sia, e forse soprattutto, per la possibilità offertami dal mio mentore Alan Dershowitz, professore alla Harvard Law School da 48 anni, di co-insegnare con lui, in qualità di assistente, un seminario offerto agli studenti del primo anno all’Harvard College. All’ultima lezione del corso, il professor Dershowitz si è dovuto assentare per recarsi alla Corte Penale Internazionale, lasciando a me il compito di fare lezione: un’esperienza entusiasmante, che ha confermato che l’insegnamento è la strada che voglio seguire. Quello che conta davvero è dare il massimo per raggiungere i propri obiettivi. Harvard, sulla scorta delle conoscenze e delle capacità acquisite in Cattolica, mi ha garantito questa fantastica possibilità.

* 27 anni, laureato in Giurisprudenza, sede di Milano