di Andrea Peveri *

Nella sede di Piacenza in ogni bacheca non puoi non notare manifesti e locandine che sponsorizzano i programmi di studio all'estero offerti dalla nostra università. Fa tutto parte di un attento piano di marketing e promozione, come potrebbe osservare un curioso studente di Economia. Non c'è nulla di male, alla fine si mette in pratica ciò che si è studiato sui libri durante l'anno. Ma se per una volta vai oltre, puoi scoprire, come ho fatto io, che c'è la possibilità di trascorrere un mese negli Stati Uniti per studiare proprio marketing. Digital marketing, per la precisione.

«Perché non partecipare?» mi sono chiesto. Tanto è solo un mese, passa più fretta di un Erasmus e ti permette di provare l'ebbrezza e le sensazioni dello study abroad. Così, chiedendo un altro sacrificio alla mia famiglia, mi sono ritrovato proiettato grazie al Focused Program Abroad (Fpa) alla Michigan State University. Appena metti piede in un campus americano la prima impressione è quella di non essere in università, c'è di tutto e di più: dormitori senza fine, stadi, piscine, parchi, biblioteche e ovviamente mense h24.

Subito pronti via, si arriva di sabato, orientation weekend (ribattezzato drinking weekend), e si inizia con le lezioni il lunedì seguente. L'approccio didattico dei professori americani è completamente diverso rispetto a quello nostro europeo: non dimenticherò mai Dr. Coursaris, sia per le discutibili camicie che indossava, sia per la grande professionalità e pazienza messa a disposizione in quel mese evitando noiose lezioni frontali e privilegiando partecipazione e collaborazione tra noi studenti. Oltre alle lezioni in aula, in gruppo con studenti australiani, con il loro slang difficilissimo, il corso prevedeva incontri con manager di importanti aziende americane come Leo Burnett e la mitica Ford della vicina Detroit, per affrontare sul campo case aziendali reali con la presenza di professionisti del settore.

Alla fine del corso, trattandosi di un Fpa, l'esame scritto finale. La sera prima tutti riuniti a studiare in un salone comune, con un caldo estremo, aspettando i tips del prof che, da esperto del mondo digitale quale è, li inviò via facebook direttamente sui nostri profili. E poi come ogni esame, si affronta... e si passa. E poi, l'ultimo esame. Quello, obbligatorio, dei saluti, durati un interso drinking weekend. L'ultimo, purtroppo, ma per festeggiare. Senza nascondere la tristezza, ma con la consapevolezza di aver vissuto al meglio l'esperienza dello studio all'estero.

E infatti a questa esperienza, che mi ha fornito nuove conoscenze e un inglese più fluente, seguiranno un nuovo Fpa di sei weeks in California e un Erasmus di un anno a Valencia. Se penso che un mese mi spaventava un po'...

* 21 anni, di Piacenza, iscritto al secondo anno della laurea triennale della facoltà di Economia e Giurisprudenza, sede di Piacenza