di Francesca Motta*



Sono atterrata nella fredda terra finlandese il 3 gennaio 2014 e ricordo ancora l’agitazione iniziale e le paure dei mesi precedenti. La partenza sembrava così lontana, quasi irraggiungibile. Una volta firmati tutti i documenti e ufficializzato la partenza con l’acquisto del biglietto(di sola andata), nella mia mente si era creato un mondo fatto di aspettative, paure, dubbi e un’alternanza di pensieri positivi e negativi. Attenzione, non spaventatevi. Il bello è che è una fase assolutamente normale, e che scompare appena si arriva a destinazione. Sì, perché prima o poi parti. E quando lo fai il tempo si ribalta e viaggia ad alta velocità. Detto questo, passiamo alle cose davvero importanti. Ho passato questi quattro mesi del mio Erasmus a Vaasa, una piccola cittadina a ovest della Finlandia, con la caratteristica di essere la più soleggiata della nazione. Appena atterrata ho ricevuto un’accoglienza coi fiocchi dalla tutor che mi avevano assegnato, la quale, assicuratasi che fossi ancora viva dopo il viaggio, mi ha dato il benvenuto consegnandomi personalmente le chiavi di casa e comprandomi qualcosa da mangiare per il giorno dopo. Le giornate non passavano, volavano, come del resto sono volati questi mesi. Dalle lezioni in università, al tirocinio nella scuola primaria, fino alle innumerevoli attività organizzate dagli studenti (giorno e notte): il tempo per pensare, ripensare o fare la lavatrice, era davvero poco.
 
Nella scuola primaria “Vasa Ovniskola” ho svolto il tirocinio previsto per il mio ultimo anno di Scienze della formazione primaria. Il programma (personalizzabile) prevedeva una serie di attività da svolgere nella scuola, tra cui una parte di osservazione e una di insegnamento vero e proprio. Così, ho potuto immergermi completamente nel loro sistema scolastico, conoscerlo e scoprire il perché la Finlandia si piazza sempre tra i primi posti nelle statistiche. La loro grande forza risiede nella cura con cui si occupano dell’educazione dei bambini, fin da quando sono piccoli, e la perfetta condivisione dei valori che scuola e famiglia trasmettono. Si impegnano costantemente per offrire il miglior percorso formativo a ciascuna persona, curando molto l’ambiente di vita quotidiano. Tra l’osservazione delle lezioni e dell’ambiente, le giornate a carattere internazionale, svolte con l’intento di promuovere lingue e culture diverse e le lezioni tenute in classe non mi sono fatta mancare nulla, portando a casa il maggior numero di informazioni ed esperienze sul campo possibili. Le soddisfazioni per aver insegnato in una lingua diversa non tardano ad arrivare e gratificano gli sforzi e l’impegno. Le giornate passate a pattinare sul ghiaccio, i momenti di relax nelle famose saune finlandesi, i tuffi nelle gelide acque del mar nordico e tutti gli altri sport invernali proposti mi hanno lasciato comunque il tempo di seguire dei corsi in università, interessanti per il mio percorso di studi e di dare anche qualche esame. Il tempo lo si vive al 100 per cento, anche se al momento non ci si rende effettivamente conto.

La cosa più importante che mi porto a casa da quest’esperienza è la soddisfazione di aver ascoltato la voce nella mia testa che mi diceva: “Buttati e vai”, oltre a tutto quello che ho imparato vivendo fuori casa, lontano dagli amici e dall’ambiente di sempre. Conoscere gente nuova che viene da tutto il mondo ha sicuramente l’effetto positivo di contagiarti di entusiasmo, di voglia di fare e sperimentare e osare di più. La fantastica cornice in cui ero immersa, insieme ai meravigliosi tramonti e ai paesaggi mozzafiato hanno arricchito di immagini e momenti emozionanti questi mesi. Non fatevi scoraggiare dalla burocrazia, dai documenti o dalle scadenze. Non indietreggiate alle prime paure, ma preparatevi alla partenza cullando le vostre aspettative. Quindi, se devo spendere qualche parola per convincervi, vi dico: prendete e partite, guardatevi intorno, lasciatevi contagiare e mollate l’orticello di casa. Qualche mese via non fa male e non ha effetti collaterali (a parte la costante voglia di ripartire una volta tornati a casa). Qualsiasi partenza segna un momento di inizio e di fine e occorre trovare coraggio. Quindi: ”fate salpare il vostro sogno, metteteci dentro la vostra scarpa”.

* 24 anni, quarto anno della facoltà di Scienze della formazione primaria della sede di Brescia, quattro mesi in Finlandia alla Abo Akademy di Vaasa