«Risorgerà più bella e più grande di prima». Parole di padre Gemelli, immagini in bianco e nero, speaker da cine-giornale dell’Istituto Luce. Siamo all’indomani dei bombardamenti che il 15 e 16 agosto del 1943 hanno sventrato gran parte della facciata progettata da Giovanni Muzio, come mostra il video-documento realizzato dall’ateneo solo un anno dopo. E, ancora in mezzo alle macerie, il fondatore rilancia l’appello ai cattolici italiani, a quella gente semplice dei mille campanili italiani e della gioventù di Armida Barelli che aveva accompagnato, con piccoli sacrifici o con la vendita di lavoretti artigianali, la nascita e la crescita del “proprio” ateneo. Un concorso di popolo che si era incarnato nel 1924 nell’istituzione della Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore che quest’anno compie 86 anni. E che è continuato in forme diverse nel tempo ogni terza domenica di Pasqua. A restare inalterato è il tentativo di rinsaldare il legame tra l’ateneo e la chiesa italiana: sia nel contributo alla formazione dei giovani e alla ricerca scientifica, sia nel rapporto con le comunità cristiane.



Due dimensioni che si saldano nella richiesta di preghiera e di amicizia a tutti i cattolici italiani, per sostenere i progetti che saranno realizzati nel 2010 grazie ai contributi raccolti (qui a fianco l’elenco delle iniziative). Ma che si concretizza anche, come spiega il rettore Lorenzo Ornaghi nel suo appello, nel «nostro accresciuto impegno a lavorare a quelle “soluzioni nuove” per le «grandi novità» che già ci coinvolgono e che ancora più ci attendono nell’imminente domani», secondo le espressioni usate da Benedetto XVI nella Caritas in veritate. «Assai significativamente – aggiunge il rettore - l’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori e l’Università Cattolica del Sacro Cuore hanno voluto intitolare la prossima Giornata Uno slancio creativo per nuovi modelli di sviluppo».

Il manifesto della 86esima Giornata per l'Università Cattolica del Sacro CuoreUn tema che riprende e rilancia l’appello dell’ultima enciclica del Santo Padre, su cui l’Istituto Toniolo ha organizzato un percorso di analisi dal 14 gennaio al 19 febbraio scorso, anche in preparazione alla Settimana sociale dei cattolici italiani in programma a ottobre 2010. Per trovare soluzioni nuove alle grandi novità del nostro tempo serve «una revisione profonda e lungimirante del nostro modello di sviluppo, per correggerne le disfunzioni e le distorsioni», per usare le parole di Joseph Ratzinger. Che è quanto hanno cercato di fare professori e ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore nei quattro seminari quattro seminari di Palermo, Napoli, Verona e Ancona, da cui è emersa una critica alla matrice individualistica del modello economico dominante e la proposta di una nuova via. «La critica all’individualismo esasperato e la costruzione di un nuovo modello economico – si legge nell’anticipazione del volume che raccoglie l’esito del percorso di studio - nascono da un recupero profondo e deciso dell’idea di persona. Una persona che vive in relazione e vive di relazioni. Una persona che in famiglia, nella società, a scuola, al lavoro, in politica è al centro di una rete comunitaria. Dalla crisi non si esce, se non insieme».

Parte da qui lo “slancio creativo” che la Cattolica propone alla società italiana e prima di tutto a se stessa. Perché, come dopo la distruzione fisica e morale della Seconda guerra mondiale, insieme possano rinascere “più belle di prima”.