Il futuro è nelle mani delle donne che hanno coraggio. È il messaggio con cui si è concluso l'evento dedicato da Microsoft alla scienza e alla ricerca al femminile. Per partecipare alla Nuvola Rosa, questo il titolo della manifestazione che si è svolta a Firenze dal 16 al 18 maggio scorso, sono state selezionate 18 studentesse della facoltà di Economia e Giurisprudenza della sede di Piacenza.

L'iniziativa mirava a stimolare le ragazze ad ambire a carriere professionali in ambito tecnologico, per andare verso una società in cui uomini e donne siano equamente presenti ai vertici delle istituzioni e delle imprese, partecipi in egual misura alla crescita e al progresso dell'Italia. Ed è così che Francesca Cremaschi, Marta Latini, Giulia Gentili, Francesca Boledi, Giulia Chiussi, Elisabetta Cremona, Enrica Denti, Claudia Galli, Arianna Molinaroli, Elisabetta Monfasani, Lorena Montanez Lopez, Isabella Noto, Sara Novara, Serena Maria Occhipinti, Federica Rota, Camilla Solenghi, Monica Sordi, Irina Vetere, da Piacenza e da Cremona, sono partite alla volta di Firenze per una tre giorni formativa e motivazionale per riflettere sul proprio potenziale, seguire corsi su ambiti tecnologici (social network, web writing, cloud computing), incontrare testimonial femminili d'eccellenza e seguire corsi di orientamento al lavoro.

«Che cosa mi ha lasciato questa esperienza? L'idea che non mi devo far spaventare dal settore dell'ICT, ma che al contrario, le donne hanno tutte le capacità per cogliere le opportunità e sfruttarle - racconta con entusiasmo Isabella Noto, una delle ragazze che ha avuto l'opportunità di aderire all'evento - Quindi, crediamo in noi stesse, motiviamoci a vicenda, aiutiamoci e aiutiamo. Il successo di una donna è il successo di tutte. Se una ce la fa, possono farcela anche tutte le altre».

Serena Maria Occhipinti, come le sue compagne, è rimasta stregata dall'intervento di Kerry Kennedy, Presidente del Robert F. Kennedy Center for Justice & Human Rights, che ha spronato le ragazze a non smettere mai di sognare, di lottare per le proprie aspirazioni e i propri desideri: «Noi non siamo sole, non dobbiamo mai smettere di aspirare al meglio, dobbiamo sempre credere in noi stesse, essere consapevoli delle nostre capacità e non dobbiamo mai stancarci di sognare e di provarci». «Noi siamo donne e, come disse Charlotte Whitton, prima donna sindaco di Ottawa: "Le donne devono fare le cose due volte e devono farle meglio degli uomini per essere apprezzate. Per fortuna non è difficile"».

Un incontro che ha colpito la studentessa Irina Vetere è stato quello con Amalia Finzi, professoressa di ingegneria aerospaziale, uscita con 110 e lode, «un donnino di 76 anni, alta un metro e cinquanta, con una carica di vitalità e simpatia da far invidia a noi giovincelle! È la dimostrazione di come anche le donne, con carattere e determinazione, siano in grado di fare qualsiasi professione con il massimo dei risultati».

Ma quanto c'è di femminile nella tecnologia? In Italia la preparazione scientifica delle giovani donne non supera il 20%, comportando ricadute negative a livello occupazionale e di sviluppo.

Le opportunità di lavoro offerte dalle tecnologie informatiche e di comunicazione sono enormi: si stima che entro il 2015 il 90% delle professioni in tutti i settori richiederà competenze tecnologiche. È pertanto fondamentale che questa domanda trovi una risposta nella nostra società e che non manchino le persone qualificate per ricoprire i ruoli richiesti dal mercato.

I dati emersi dalla ricerca su un panel di ragazze dai 18 ai 24 anni condotta dall'istituto Nextplora e presentati all'apertura del convegno nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, confermano la tendenza all'ottimismo delle ragazze nei confronti del mondo di lavoro: il livello di fiducia nelle loro possibilità di impiego è del 19%, rispetto al 14% del totale delle donne intervistate. Il 73% delle ragazze ritiene che non ci siano differenze sostanziali di genere nell'affrontare un percorso di studi qualsiasi; solo il 20% di queste sostiene che ci siano facoltà per le quali le donne siano «più portate» e solo il 19% orienta il proprio percorso di studi su sbocchi professionali determinati, rimanendo, per la maggioranza, una scelta determinata più che altro da interessi e passioni personali (71%).