Una grande curiosità mi ha accompagnato nei miei primi anni universitari: come lavorano i giudici e gli avvocati? Quale professione desidero veramente esercitare nella vita? Quali fattispecie concrete si inquadrano negli istituti che ho studiato? Poi, giunta al quinto anno di corso, ho trovato una risposta: l'opportunità per studenti e laureati con determinati requisiti di trascorrere un periodo di durata variabile tra i 4 e i 12 mesi presso il Tribunale ordinario di Milano. Lo studente, in qualità di stagista, può entrare a far parte dell’Ufficio del Giudice che comprende il giudice togato, due tirocinanti annuali ed eventualmente stagisti e un magistrato ordinario in tirocinio (Mot).

L'occasione mi ha subito allettato: finalmente avrei potuto seguire le udienze, fare ricerche giurisprudenziali, essere coinvolta nella trattazione di cause e confrontarmi con altre persone già avviate alla carriera professionale. Inizialmente sono stata convocata a un colloquio di gruppo con il magistrato referente nel corso del quale è stata esaminata la documentazione trasmessa dai candidati. Uno dei requisiti indispensabili è aver sostenuto l'esame di diritto processuale civile.

Qualche giorno dopo sono stata selezionata e ho cominciato un'esperienza davvero unica, che ha di gran lunga oltrepassato le mie aspettative. Insieme ad altri stagisti, tirocinanti e Mot ho preso parte a molte udienze nelle quali ho ascoltato avvocati, testimoni, consulenti tecnici d'ufficio e così ho potuto ripassare istituti giuridici, apprenderne di nuovi, vedere da vicino come si svolgono le cause e come vengono decise. La mia attività non si è limitata alla passiva osservazione: ho scritto verbali cartacei e telematici, usando i moduli per la concessione dei termini, per la nomina del Ctu, per l'estinzione del processo e molti altri. Ho anche annotato nella cosiddetta “scheda del processo” i punti salienti della controversia, ossia le allegazioni dell'attore, del convenuto, gli atti istruttori espletati e da espletare, le questioni incontroverse e quelle da risolvere.

Mentre le udienze si svolgono di mattina, il pomeriggio è dedicato ai decreti ingiuntivi telematici, alla lettura dei fascicoli, alle ricerche giurisprudenziali e dottrinarie, all'esame delle cause e alle frequenti discussioni giuridiche che coinvolgono tutti i componenti dell'ufficio e facilitano l'acquisizione di un metodo di ragionamento ordinato, puntuale, critico e attento ai problemi pratici. Inoltre ho trovato particolarmente interessante e formativa la scrittura di bozze di sentenze. Infatti per una corretta redazione del documento occorre innanzitutto analizzare il verbale e gli atti delle parti: tale disamina permette di osservare tutti i passaggi del processo e la costruzione delle argomentazioni di ciascuna parte; è proprio in questa fase che ci si può avvicinare alla realtà professionale dell'avvocato.

In secondo luogo bisogna delineare uno schema generale delle tematiche da affrontare; solo a questo punto si può scrivere, senza perdere di vista le fonti delle affermazioni che si riportano e rielaborando in maniera autonoma il materiale raccolto per giungere alla decisione finale. Stendere la motivazione del provvedimento mi ha aiutato a collegare gli argomenti, a eliminare quelli superflui e a ragionare sempre avendo di mira un risultato concreto e tangibile. Infine le correzioni del giudice mi hanno fatto migliorare giorno dopo giorno e sicuramente rappresentano utili strumenti anche per il mio futuro percorso. Le cause di cui mi sono occupata hanno riguardato le materie più varie e una è stata talmente interessante da suggerirmi l'argomento della tesi di laurea.

Nel corso dei quattro mesi di stage ho potuto spesso confrontarmi con il giudice e con gli altri membri dell'ufficio non solo su questioni prettamente giuridiche, ma anche, ad esempio, sui concorsi pubblici e sugli sbocchi lavorativi offerti dalla facoltà. Un'esperienza molto importante anche per chi non ha ancora terminato gli studi: con una buona organizzazione è possibile contemporaneamente sostenere gli esami; inoltre lo studente arricchisce il curriculum vitae ancora prima di iniziare la pratica forense e allarga le proprie prospettive, gettando lo sguardo anche alla futura carriera. Un'occasione adatta sia per chi ha già deciso la propria professione sia per chi ha ancora incertezze, e, perché no, per conoscere il lavoro dell'avvocato e quello del magistrato.

* 23 anni, di Milano, quinto anno del corso della laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza, sede di Milano