Un cambiamento strutturale e profondo che modifica i linguaggi, le forme della produzione e della distribuzione, gli scenari, le modalità del consumo. E, di conseguenza, le figure professionali.

Alle trasformazioni del sistema della comunicazione l’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo (Almed) in collaborazione con il Centro di ricerca sulla televisione e gli audiovisivi (Certa ) e il Centro di ricerca sui media e la comunicazione (OssCom) ha dedicato l’indagine “Le professioni della comunicazione”, che sarà presentata il prossimo 24 aprile in Università Cattolica. Al workshop, coordinato dal direttore dell’Almed Ruggero Eugeni, interverranno docenti, autori televisivi, manager di aziende, emittenti e società di comunicazione e distribuzione musicale italiane e internazionali.

Lo studio, che sarà presentato, cerca di spiegare i cambiamenti in atto nel panorama delle professioni legate alla comunicazione, alla televisione e al digitale.

Attraverso una serie di interviste a testimoni privilegiati, professionisti qualificati che lavorano nelle diverse aree dell’industria televisiva, della comunicazione e del digitale, la ricerca indaga le richieste sempre nuove del mercato del lavoro in termini di competenze e figure professionali. L’Almed intende così contribuire alla comprensione di uno scenario professionale in rapido mutamento, esplorando modalità virtuose di dialogo con il mondo delle imprese, sviluppando percorsi formativi al passo con le richieste del mercato, offrendo agli studenti e neo-laureati maggiore consapevolezza nella scelta del proprio futuro lavorativo.

I primi risultati della ricerca mostrano un sistema della comunicazione investito da cambiamenti strutturali profondi, che ne hanno modificato insieme i linguaggi, le forme della produzione e della distribuzione, gli scenari, le modalità del consumo.

I cambiamenti profondi che investono il sistema della comunicazione hanno un impatto forte anche sui “mestieri” della comunicazione, sulle routine e sui ruoli professionali: in alcuni casi, creando figure inedite che devono inserirsi nella macchina industriale e ritagliarsi uno spazio entro gerarchie assestate; in altri, eliminando alcuni snodi e le relative occupazioni, sostituite da nuove pratiche.

In particolare, la filiera della comunicazione ha visto la comparsa di nuove realtà ad alto tasso tecnologico che mettono a frutto le opportunità del nuovo scenario digitale (per esempio: centri media, agenzie creative e concessionarie full digital). L’ecosistema delle professioni si arricchisce di nuovi profili che coniugano nuove sensibilità analitiche e tecniche con competenze più consolidate di marketing, comunicazione e creatività.

A queste nuove figure professionali è richiesto non solo di avere solide basi nella cultura del marketing e dello sviluppo di contenuti, ma anche una capacità di rimanere al passo con l’innovazione, attraverso un’attitudine alla formazione continua e permanente.

In questo contesto la sinergia tra formazione universitaria e mondo delle imprese diventa essenziale per offrire agli studenti una solida preparazione sui fondamenti della comunicazione e sulle diverse aree specialistiche, oltre che come occasione di confronto con il mondo del lavoro e delle sue richieste.