È fortemente orientato alle relazioni e possiede le giuste competenze manageriali per il conseguimento degli obiettivi. Ma soprattutto è il principale “ideatore” di progetti sostenibili. È l’identikit del Csr manager, il professionista della responsabilità sociale d’impresa. Una figura in forte espansione nel panorama aziendale italiano e internazionale. A rilevarne le caratteristiche la ricerca Csr manager: Quali competenze? Quale futuro? curata da Mario Molteni, direttore dell’Alta Scuola Impresa e società, con la collaborazione di Stefania Bertolini e Matteo Pedrini, entrambi ricercatori dell’Università Cattolica, e presentata all’inizio di dicembre nell’ambito del terzo convegno nazionale Csr Manager Network Italia, l’associazione che raccoglie oltre 80 enti, tra cui 48 imprese. Focus dello studio, l’analisi del ruolo e delle competenze che queste figure professionali hanno attivato in relazione a specifici progetti realizzati nelle cosiddette aree “hard”, vale a dire logistica, operations e supply chain, oltre che l’individuazione della relazione tra queste competenze e le performance di progetto.

All’indagine, condotta tra giugno e ottobre, hanno aderito 21 imprese, producendo così 37 casi, 31 questionari “Csr Manager”, 48 questionari compilati dagli altri soggetti, fra i quali: manager di un’altra funzione (25%), membri di un’altra funzione (37,5%), collaboratori del Csr manager (37,5%). Dando uno sguardo più dettagliato ai dati, è emerso che la funzione di “ideatore” di iniziative sostenibili spetta al Csr manager (36,4%) o al responsabile tecnico competente (36,4%), protagonisti soprattutto nelle fasi iniziali e in quelle conclusive. I progetti hanno la loro principale fonte d’ispirazione in momenti interni all’azienda, vale a dire in riunioni/meeting (64,5%), seguiti da scambi di opinioni con collaboratori (32,3%) o consulenti esterni (6,5%). Tuttavia, un significativo contributo è fornito dalle attività di stakeholder engagement con i clienti (25,8%) e dalle best practices internazionali (22,6%).

Passando dall’esame del ruolo a quello delle competenze, risulta che i Csr manager  sono dotati di intelligenza sociale - intesa come il possesso di potenzialità emotive e mobilitazione delle persone -, capacità di gestione delle risorse umane e conseguimento degli obiettivi. In particolare, hanno dimostrato consapevolezza dell’impresa in cui operano, sensibilità ai bisogni dei collaboratori e un forte orientamento alla creazione del consenso necessario per la realizzazione dei progetti, pur conservando un atteggiamento critico verso i risultati raggiunti. Tra le competenze manageriali riconosciute spiccano doti di comunicazione e abilità nel creare pressione nei confronti degli obiettivi da raggiungere, sia presso membri interni all’organizzazione sia verso stakeholder esterni. Secondo il sondaggio, poi, esiste una relazione positiva tra queste competenze e performance di progetto: i manager con competenze superiori alla media sono anche quelli che hanno gestito al meglio il lavoro. Il manager che opera nel campo della responsabilità sociale d’impresa gioca dunque un ruolo cruciale per il successo di iniziative connesse alla corporate social responsibility. Anche quando non svolge funzioni operative, ha tutte le carte in regola per supportare i progetti, fungendo da “collante” tra le varie forze messe in campo dall’azienda.